C'era una volta a hollywood , la rece ufficiale del mars

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    iena lattante

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    Regia di Quentin Tarantino. Un film Da vedere 2019 con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley. Cast completo Titolo originale: Once Upon a Time in Hollywood. Genere Drammatico, Thriller, - USA, 2019, durata 161 minuti. Uscita cinema mercoledì 18 settembre 2019 distribuito da Warner Bros Italia.

    Trama : Siamo a Los Angeles, 1969, e Sharon Tate promettente attrice americana e sposa di Polanski da cui sta per avere un bambino , ha come vicini di casa un bislacco attore della televisione in declino, Rick Dalton, che riesce ancora a barcamenarsi grazie alla sua capace controfigura Cliff Booth. Ma così non si può andare avanti e Dalton dopo varie peripezie che accadono a lui e all'amico deve andare in Italia a girare degli spaghetti western, Dalton tornerà con una bisbetica moglie italiana mentre li attende una delle notti che segneranno l'America con un fatto di cronaca nera di una violenza inaudita.

    DEDICATA A FRANCESCA E SILVIA, AMICHE UNICHE E IMMORTALI

    Recensione: Un atto d'amore al cinema in generale, non può essere definito diversamente questo nono film di quel genio scapestrato e scavezzacollo di Quentin Tarantino, e badate bene, statene ben lontani se non volete viaggiare con esso per la sua non breve durata, dato che il film non si presta ad agio e consumo solo per aver pagato il biglietto visto che vive di vita propria a ogni sequenza con citazioni a raffica e geniali interpretazioni di caratteri, stilemi cinematografici e di un omaggio del tutto imprevedibile alla figura della sfortunata Sharon Tate (interpretata da una stupenda Margot Robbie). Gli interpreti sono 2 fidi feticci del regista, Leonardo Di Caprio e Brad Pitt, già presenti in alcuni dei suoi film precedenti, nella parte il primo di uno scalcagnato quanto pomposo e alcoolizzato attore di serial tv a basso costo, mentre il secondo fa la sua controfigura e altri lavoretti per portare a casa il salario e salvare entrambi dal disastro. I due vivendo in questo mondo colorito e variegato della Los Angeles del 1969 incontreranno ogni tipo di personaggio, dando vita a un quadro di insieme tra il serio e il faceto a incontri tra l'improbabile e il verosimile, tutti diretti a mostrare il magma emozionale di quel tempo dove l'America si doveva confrontare con se stessa per trovare una identità, con autori e artisti che dipingevano nuove correnti di pensiero e deviazioni di proteste che potevano arrivare alla setta più o meno violenza oppure solo asociale in un momento divisorio importante della società.
    Dalton e Booth, i nostri protagonisti (Pitt vincerà anche un Oscar come miglior attore non protagonista per la parte) non sono certo degli autori e neppure degli artisti, per quanto il primo cerchi di autoconvincersi, sono due mine vaganti molto dedite a se stessi che ad ogni passo vogliono dimostrare di essere i migliori, arrivando anche allo scontro fisico e verbale senza esitazione. Così ecco che sul set incontrano un Bruce Lee desideroso di dimostrare una bravura oltre le sue capacità, debitamente legnato da Booth, e salvato dalla regina delle stunt man, non certo a caso, Zoe Bell, altra icona tarantiniana, ma anche una comitiva di Hippies dove ritroviamo una rinata Dakota Fanning a dissertare sul giusto e sbagliato delle cose da vedere e di integrazione da cercare nella solitudine di un gruppo coercitivo ma al di fuori della società. Tarantino poi non manca di omaggaiare i suoi amatissimi spaghetti western, ricreando locandine con inserita la figura di Dalton quando si reca in Italia come unica possibilità di salvare qualcosa di una carriera in totale declino sposandosi anche più per interesse che amore. Come vedete non certo un viaggio facile e semplice di circa due ore e quaranta minuti per lo spettatore che magari arriva impreparato a cogliere tante sfumature variegate e citazioni non proprio facilissime, con praticamente solo l'ultima mezz'ora di film che prende un improvvisa quanto inaspettata impennata di furia semi splatter pop e non finisce assolutamente come purtroppo successe quella tragica notte del 9 agosto 1969, proprio per la voglia di favola e "C'era una volta" del regista.
    Questo assunto che non può essere visto come uno spoiler vero e proprio ma solo una concettualità di intenti, ci permette di parlare di come viene trattata la figura di Sharon Tate all'interno del film. La Tate rimane personaggio esterno alla vicenda fagocitata dalle vicende degli altri due, nei momenti che la vediamo (come il poetico finale oppure i toccanti pezzi in cui va al cinema a vedere le reazioni del pubblico ai suoi film in una sorta di semi incognito) scopriamo la sua fragilità e insicurezza pur essendo la moglie di un mostro sacro del cinema, tutta la sua femminilità e la voglia di essere qualcuno al di fuori della presenza del coniuge, non un riflesso ma un bagliore autonomo e personale. Tarantino come da sua immensa capacità frulla il tutto con maestria, donandoci un mix caleidoscopico che pretende sicuramente un approfondimento post visione per i suoi messaggi non certo fast food e la vicenda cardine in Italia è ricordata a malapena, ma che se con il dovuto uso dell'occhio interessato per rendere il cinema qualcosa di più che un guarda e alzati (possibilmente prima della fine del film) ci rende tutti più completi nel capire quanto sia difficle creare un film di questo tipo, coraggioso e poco interessato al botteghino.
    Divertentissima la scena finale con la fumata delle famose inesistenti sigarette Red Apple nate con Pulp Fiction. IN una parola, excelsior.

    Pietro Signorelli
    23/03/2020

    Edited by marsellus wallaces - 23/3/2020, 09:56
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    uNA FIGATA PAZZESCA. era tempo che non mi sconquassavo tanto. va da se che devo rivederlo e vivisezionarlo con carta e penna per annotare tanta di quella robbba buona che c è da scriverci un trattato. ha superato se stesso. un grande adieu. BRAVO
     
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5 replies since 23/3/2020, 09:06   34 views
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