e il Grand Canyon dei western...

-discussione sul cinema western-

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  1. marsellus wallace
     
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    troooppo forte silvia !!! i western sono un pezzo di storia che man mano si è modificato con il passare dei tempi, ora vive solo di contaminazioni molto spesso del tutto gratuite.
    I bei tempi di Soldato blu e del Piccolo grande uomo ormai sono lontani.
    E l'incredibile che l'ultima contaminazione di un film che prende ambienti western che ho visto sia Ghost Rider...
     
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  2. Hawthorne
     
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    CITAZIONE (marsellus wallace @ 29/3/2007, 22:48)
    troooppo forte silvia !!! i western sono un pezzo di storia che man mano si è modificato con il passare dei tempi, ora vive solo di contaminazioni molto spesso del tutto gratuite.
    I bei tempi di Soldato blu e del Piccolo grande uomo ormai sono lontani.
    E l'incredibile che l'ultima contaminazione di un film che prende ambienti western che ho visto sia Ghost Rider...

    :wub: ho preso nota per ghost rider, grazie mars! ho le vhs di soldato blu e del piccolo ma sempre grande dustin hoffman :wub: :rolleyes:
     
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  3. Hawthorne
     
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    E gli INDIANI ? I PELLEROSSA ? Guardate le vere facce dei più "sfruttati" dal cinema western...
    Geronimo
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    Nuvola Rossa
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    Toro Seduto
    image :wub:
    ...e loro erano i cattivi! Poi negli anni 70, o forse anche poco prima,arrivarono film come quelli citati sopra da Mars, Soldato Blu, Il Piccolo Grande Uomo e le coscienze sporche si dettero una sciacquatina... -_-
    Ma noi avevamo già Sergio Leone che produceva a catena di montaggio dei capolavori con storie,sì western, ma create su basi completamente diverse dal clichè hollywoodiano. Chi non conosce la trilogia del dollaro? :lol: ... :huh: ...
    E " Giù la testa!" ?(il suo film più scanzonato) e "Il Buono,Il Brutto e Il Cattivo" ? e "C'era una volta il West" ? :cry: ...
     
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  4. marsellus wallace
     
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    poi nelle riserve divennero dei relitti questi fieri uomini...( non quelli messi da Haw ma in generale ) avrebbero preferito perire invocando manito che un destino tanto meschino fatto di alcool e sopraffazioni.
     
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  5. Hawthorne
     
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    seguendo il discorso di Mars, mi sono ricordata di un film,non propriamente western,ma western per ambientazione, girato ed interpretato da Johnny Depp.
    Lui,è un nativo,un indiano americano,povero,disoccupato, disperato nel cercare un modo per guadagnarsi il pane e sfamare la sua famiglia. Ad un certo punto quest'uomo fa una scelta estrema,coraggiosa e disperata. Nei panni dell'incarnazione del male c'è un Marlon Brando laido, costretto su una sedia a rotelle e il cui unico piacere deriva dall'assistere alla sopportazione del dolore da parte della persona torturata davanti a lui. Non rivelo altro. E questa è una storia vera,storia di desperados ricchi di una dignità che appartiene solo alla loro fiera razza: i nativi d'America.
    image
    se vorrete vederlo,sarò lieta di parlarne poi qui con voi.
    -_- (non è un filmetto)
     
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  6. beatrixkiddo89
     
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    wow...
    devo vederlo sto film!
     
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  7. Zazzauser
     
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    Ho controllato adesso, è addirittura diretto da Johnny Depp! Sto Johnny ne sa una più del diavolo... :D
     
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  8. Hawthorne
     
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    WESTERN ALL'ITALIANA

    1. C'era una volta il cinema di Sergio Leone

    "Ford era un ottimista. Io sono un pessimista. I personaggi di Ford, quando aprono una finestra scrutano sempre, alla fine, questo orizzonte pieno di speranza; mentre i miei, quando aprono la finestra, hanno sempre paura di ricevere una palla in mezzo agli occhi": sono parole di Sergio Leone, colui che - coperto dallo pseudonimo anglicizzante di Bob Robertson - nel 1964 inventa, con "Per un pugno di dollari", il cosiddetto "spaghetti-western".
    Preceduto dai tedeschi, che girarono in Jugoslavia delle fortunate versioni dei romanzi di Karl May ("Il tesoro del lago d'argento", "La valle dei lunghi coltelli"), il "cappellone" nostrano mostra, tuttavia, da subito di possedere delle speciali caratteristiche, che ne fanno un fenomeno nuovo e di difficile classificazione.
    Già recensendo la pellicola capostipite, Tullio Kezich trova in essa "qualcosa di eccessivo, che denuncia la mancata appartenenza a un filone originario... stragi salgariane, torture sadiche, sangue che imbratta tutto"; e segnala come non vi si riscontri più alcun "legame... con i miti della giustizia, della fantasia e della libertà, così vivi nel western classico".
    In quest'ultimo, in effetti, un paese ancora giovane aveva trovato il terreno privilegiato per un'elegia della Frontiera, per autocelebrare la propria fondazione sotto l'encomiastico segno dell'eroismo (delle stragi perpetrate contro gli indiani si parlerà solo più tardi, con l'avvento della "nuova Hollywood").
    Sradicato dalla terra d'origine, il western necessariamente si trova ad esprimere coordinate culturali differenti e, in parte, anche a rispondere alle esigenze di una maggiore veridicità, avanzata da platee vieppiù smaliziate. All'eroe anomalo lanciato da Leone - che ritroveremo con poche variazioni nel successivo "Per qualche dollaro in più" (1965) e nel picaresco "Il buono, il brutto e il cattivo" (1966) - mancano i tratti cavallereschi della tradizione: non combatte spinto da elevati motivi, ogni donna gli è indifferente ed i suoi ideali sono, prosaicamente, riassunti nel dollaro che campeggia sin dai titoli. Abitati più da maschere che da personaggi, su sfondi criptoonirici che nulla conservano dell'ariosità di un tempo, i western indigeni sono percorsi interamente da un penetrante istinto di morte: le colt sgranano senza sosta il proprio rosario funebre, i cadaveri vengono addirittura impilati, il panorama si trasmuta in "un cimitero la cui superficie sembra quasi incommensurabile dall'occhio umano e i cui confini si spingono quasi oltre la linea dell'orizzonte, dove lo spazio è misurato e scandito da un numero indefinito di croci" (G. P. Brunetta).
    Con l'ausilio di un montaggio nervoso - che alterna ellissi a rapide accelerazioni, ieraticità del gesto ed evidenziazione dei dettagli - e delle innovative colonne sonore di Ennio Morricone (ove, immaginificamente, s'ibrida musica sacra e sonorità jazzistiche), il regista romano crea un linguaggio del tutto inedito ed uno stile che si farà via via più raffinato, di pari passo con l'irrobustirsi della sua vena narrativa: alla trilogia del dollaro segue infatti l'epocale "C'era una volta il West" (1968), dove egli racconta la propria versione della nascita di una nazione, e "Giù la testa" (1971), in cui paga l'inevitabile tributo alle coeve mitologie rivoluzionarie (il film si apre con una citazione da Mao).

    2. Gli altri autori

    Sulla scia delle opere del Maestro, va aggiunto, si gettano in tanti, dando vita ad uno dei più prolifici "filoni" della cinematografia tricolore: centinaia di pellicole, con punte di 40-50 titoli per stagione, soprattutto nel corso degli anni Sessanta. Dalla massa sono, comunque, pochi i cineasti che si elevano: il veterano dei "generi" Sergio Corbucci, che con "Django" (1966) e "Il grande silenzio" (1967) pigia il pedale su violenza ed efferatezze, con rozza ma indiscutibile efficacia; l'eclettico Duccio Tessari, che in "Una pistola per Ringo" (1964) ed "Il ritorno di Ringo" (1965) parafrasa addirittura spunti omerici; lo scanzonato Franco Giraldi, capace di iniettar salutari dosi di ironia in "Sette pistole per i MacGregor" (1965) e "Sette donne per i MacGregor" (1966); infine Giulio Questi, autore con "Se sei vivo spara" (1967) del titolo forse più singolare del lotto, un lavoro censurato in molti paesi dove si mescolano echi di Buñuel e suggestioni sadiane, all'insegna d'una ineguagliata misura di crudeltà. Una segnalazione a parte, poi, la merita il cosiddetto western politico: permeato di parole d'ordine sessantottine e di suggestioni terzomondiste, esso deve i suoi esiti più convincenti a Damiano Damiani ("Quien sabe?", 1966), Sergio Sollima ("La resa dei conti", 1966; "Faccia a faccia", 1967; "Corri uomo corri", 1968), Giulio Petroni ("Tepepa", 1968) e, ancora, Sergio Corbucci ("Vamos a matar, compañeros", 1970).
    All'inizio dei '70, soppiantato dal sorgere di nuovi "generi" (lo spaghetti thriller, di cui sarà capofila quel Dario Argento già co-sceneggiatore di "C'era un volta il West"), il western perde gran parte della sua spinta propulsiva e conosce un'ultimo, effimero periodo di gloria nella versione ilaro-scherzosa inaugurata da "Lo chiamavano Trinità" (1970) di E.B.Clucher-alias Enzo Barboni - e vivificata dalle scazzottate di Bud Spencer&Terence Hill. Successivi tentativi di rinverdirne i fasti - come quelli operati da Enzo G.Castellari con "Keoma" (1975) o da Sergio Martino con "Mannaja" (1977) - non sortiranno esito alcuno: per i generi cominciavano, sotto il profilo commerciale, a suonar le campane a morto ed il western fu tra i primi a farne le spese.


    F.T



    da - Italica.
     
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  9. Hawthorne
     
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  10. marsellus wallace
     
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    stupendo sia il filmato che il pezzo scritto hawy!
     
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  11. davil89
     
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    grandissima silvia

    i metallica utilizzano lo spezzone del film di leone con sotto la canzone stessa come intro di ogni loro concerto

    ecco come inizia un loro concerto:



    ecco invece ecstasy of gold coverizzata da loro per "we all love ennio morricone" una compilation tributo al maestro dove sono presenti varie cover dei pezzi più belli fatte da svariati artisti



     
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  12. Hawthorne
     
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    CITAZIONE (marsellus wallace @ 3/6/2007, 23:22)
    stupendo sia il filmato che il pezzo scritto hawy!

    grazie Pietro ;) , io li ho solo trovati(e ne sono felice) :rolleyes: :lol:

    CITAZIONE (davil89 @ 3/6/2007, 23:55)
    grandissima silvia

    i metallica utilizzano lo spezzone del film di leone con sotto la canzone stessa come intro di ogni loro concerto

    ecco come inizia un loro concerto:

    (FILE:https://www.youtube.com/v/tI0TAk1e-VI)

    ecco invece ecstasy of gold coverizzata da loro per "we all love ennio morricone" una compilation tributo al maestro dove sono presenti varie cover dei pezzi più belli fatte da svariati artisti



    (FILE:https://www.youtube.com/v/Zm7EeuWnc-8)

    grazie Davide!!! :clap.gif:
     
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  13. marsellus wallace
     
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    in onore del tuo topic guarda che cosa ho Hawy !!! chiedo scusa se la cosa ti possa provocare un po' di invidia, ma è una dimostrazioen di amore totale per il western!!!


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  14. Hawthorne
     
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    :o: OH-MMIO-DDIO-MARS !!! mi hai stesa! addirittura il 45 giri!!! ma come hai...??? beh,inutile chiedere,so la risposta...hai ucciso qualcuno con una rosco, come quella di Kim eh?eh? :jump22.gif: :jump22.gif: :drool.gif:
     
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  15. marsellus wallace
     
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    non è il 45 giri Hawy, è il digital press kit di rio bravo, con quintali di immagini, di curiosità e fuori scena solo per la stampa che è stato dato a cannes in occasione del ricordo di Wayne e del capolavoro classico.
     
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79 replies since 10/3/2007, 01:46   1459 views
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