Fear and desire

il primo film di Kubrick per tre giorni al cinema

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  1. marsellus wallace
     
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    In un non meglio precisato luogo quattro militari sono dispersi oltre le linee nemiche. Decisi a tornare alla loro base approntano una zattera per navigare sul fiume, ma prima decidono di uccidere un ufficiale nemico per togliere un importante riferimento logistico all'esercito avversario. Durante la missione il gruppo incontrerà non poche difficoltà.

    Regia di Stanley Kubrick, quando questa scritta appare sullo schermo un brivido sale sempre, anche se purtroppo e ovviamente non si tratta di un nuovo film dello scomparso maestro ma solo di una riedizione della suo primordiale inimitabile produzione. Fear and desire, solo per tre giorni al cinema (dal 29 al 31 luglio) ha come data di produzione 1953, dura 68 minuti e fu disconosciuto dallo stesso Kubrick, che lo considerava soltanto un grezzo esercizio di cinema da parte di uno studente inesperto, ritirato per suo volere dalla circolazione e ripreso in DVD solo nel 2008 (in Italia uscì allegato al settimanale Panorama, in lingua originale con sottotitoli). Ora il non capolavoro scomparso arriva nelle sale, opportunatamente doppiato nella nostra lingua madre. grazie a un lavoro di restauro digitale e alla meritoria Rarovideo.
    Su un soggetto di Howard O. Sackler si narrano le vicende di quattro militari, di un esercito non meglio precisato durante un tempo e una guerra non ben definiti, che rimangono dispersi dietro le linee nemiche (tra gli attori un giovane Paul Mazursky). I quattro decidono di tornare al loro campo base grazie a una zattera sul fiume, ma prima si prefiggono di uccidere un importante ufficiale avversario, ma l'incontro con una ragazza complicherà missione e ritorno.
    Girato in bianco e nero con la voce fuori campo che ci fornisce qualche dettaglio ma anche delle piccole considerazioni sulla filosofia generale ("La guerra" con tutto il carico di paure, ansie, istinto di sopravvivenza, ma anche desideri, ambizioni personali, voglia di riscatto sociale che essa genera nell'animo umano), fu totalmente autoprodotto con un budget limitatissimo dallo stesso Kubrick, al tempo venticinquenne con al curriculum solo due documentari. Vedendolo oggi possiamo tranquillamente dirlo, il maestro aveva ragione (senza quella firma questo film sarebbe disperso nel nulla), il suo primo lungometraggio era davvero un lavoro spigoloso e pieno di impurità, lui, il perfezionista scrupoloso fino alla paranoia di natura, non poteva accettare questa palestrina allenante di fianco a capolavori come Spartacus o 2001.
    Storia minimale a parte che si apre e chiude con due semplici idee come quella del ritorno e del dovere prima di esso, comunque Paura e desiderio oltre che sembrare una piccola ripresa di Cuore di tenebra (che ispirerà Apolcalypse Now) contiene i semi di quello che sarà l'amore per i film bellici, che esploderà con ben altre cose come Orizzonti di gloria e Full Metal Jacket.
    Qui vediamo un Kubrick che si esercita nei primi piani, che si diletta nelle inquadrature leggermente ardite (come quella del cibo che cade a terra) e dirige con mano insicura gli attori che paiono improvvisare senza ben sapere cosa fare, come se il copione fosse improvvisato al mattino ogni giorno di ripresa e carrella scene sul fiume affidando il dialogo alla voce fuori campo che cattura ed esprime i pensieri del soldato che rema con attrezzatura di fortuna. C'è dentro anche il tema della pazzia per la follia e la disperazione, con un teatrino caricaturale e con un abbandono forzato del gruppo, che pare anch'esso dare ispirazione al capolavoro bellico di Coppola.
    Visto chi l'ha fatto ogni cinefilo non dovrebbe perderselo come se fosse una gemma collezionistica per completare le visioni della carriera di colui che ha illuminato il cinema più di tutti il secolo appena trascorso e conoscere le sue pulsioni di ripresa primordiale, certo che se lo vediamo come semplice film al di là di questo difficile consigliarlo perché non ripaga il costo del biglietto, capiamo come mai Fear and Desire poteva rimanere tranquillamente in un cassetto rispettando tra l'altro il volere di chi l'ha fatto e in qualche maniera l'ha pure odiato, forse perché in un eccesso di narcisismo esasperato era la prova che in fondo si è formato registicamente con il tempo e non è nato perfetto.
     
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0 replies since 5/8/2013, 06:08   14 views
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