Le recensionI nostre di Django

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. marsellus wallace
     
    .

    User deleted


    ecco quella del mars



    Due anni prima della guerra civile amerircana, il bizzarro dentista pistolero e cacciatore di taglie teutonico Dr. King Schultz cerca uno schiavo nero di nome Django. Ora l'uomo è prigioniero dei sordidi fratelli Speck, mercanti di schiavi. Dopo che Schultz libera Django, tra i due inizia una collaborazione fatta di convenienza ma anche di rispetto, se lo schiavo scatenato aiuterà il tedesco a catturare i tre criminali fratelli Brittle, avrà la libertà e potrà riabbracciare e riscattare la sua amata moglie Brunhilda, che ora è dal cinico proprietario terriero Calvin Candie. I due uomini tanto diversi e tanto uguali partono per la caccia senza pensare ai problemi e ai pericoli che dovranno affrontare nel profondo sud schiavista che non accetta di vedere un nero libero e a cavallo.



    Il nuovo film di Quentin Tarantino (cronologicamente il settimo, tenendo conto dei Kill Bill come un film unico) è anche il suo più lungo, un racconto western pieno di genio ed inventiva che dura la bellezza di 165 minuti. Come tipico della sua produzione, anche Django Unchained (meno male che è stato mantenuto il titolo inglese, che gioca sul doppio fatto della furia e della libertà) contiene un mare di citazioni a tutto quello che il regista e sceneggiatore adora, partendo ovviamente dal Django di Corbucci del 1966, citato non solo nel titolo ma anche con il cammeo divertentissimo di Franco Nero che quando Jamie Foxx (Django Freeman, cognome quanto mai azzeccato) gli comunica che la "D" è muta, lui risponde con "Lo so", a rimarcare la familiarità con il personaggio. Prima di parlare della miriade di contaminazioni, derivazioni e peculiarità di questo film fiume, ripercorriamo la trama e i suoi personaggi.
    Siamo da qualche parte nel Texas ("C'era una volta nella Francia occupata dai nazisti..." era in Bastardi senza gloria), due anni prima della guerra di secessione (guarda caso settimana prossima arriva il Lincoln di Spielberg); qui l'educato e dalla parlantina forbita Dr. King Schultz (il nuovo attore feticcio di Tarantino, il bravissimo Christoph Waltz) cerca uno schiavo che potrebbe aiutarlo a identificare i tre fratelli Brittle, dei criminali che non conosce in viso e di cui vuole la taglia. Dopo aver trovato e liberato Django, il dentista non proprio conformista e lo schiavo scatenato e a cavallo (cosa che nel profondo Sud dei tempi era inammissibile) fanno un patto, se il colored aiuterà il tedesco a incassare delle taglie per tutto l'inverno, potrà contare poi sul suo aiuto per liberare l'amata e mai dimenticata moglie Brunhilda (Kerry Washington), che vive schiava presso un crudele ricco latifondista del cotone, Calvin Candie (uno strepitoso e luciferino Leonardo Di Caprio, bravissimo nella parte).
    I due partono per i rispettivi obbiettivi incontrando un mare di difficoltà, compresa l'astuzia dello schiavo fidato e asservito troppo osservatore di Candie, Stephen, interpretato magistralmente da un Samuel L. Jackson in vena di incredibili peripezie interpretative, vedere per credere.
    Impossibile senza sforare i canoni di una lunghezza compatibile con i tempi stretti dei lettori citare ogni cosa che Tarantino ha inserito, anche per non togliervi il gusto di scoprirle voi (e vi assicuro che con il Signorelli alla penna su un film del regista di Knoxville non è una comoda scusa), ma il film presenta momenti davvero suggestivi che riprendono pellicole immortali e togate come quelle di Kubrick e Leone, ma reinterpretano anche cose minori come L'ultimo mandingo, Corbucci oltre Django e il suo stesso cinema tarantiniano, fatto di frullati estroversi di parole e di violenza splatter allucinante. Come sempre i momenti supremi del film li abbiamo quando QT si scatena nel cosiddetto momento del "tavolo", dove si riuniscono i personaggi e partono elucubrazioni folle ed esteriori che possono riguardare qualunque cosa. Stavolta tocca a Di Caprio (realmente feritosi sul set nella scena del teschio) fare l'Amleto della situazione, con la spiegazione delle tre fossette del cranio che indicano come mai la popolazione di colore sia tanto incline ad essere schiavizzata, il riferimento alla docilità con cui gli ebrei cedettero almeno inizialmente con i nazisti è evidente. Il film gioca tantissimo su questi parallelismi, Django è un novello Jesse Owens mentre Schultz è un antesignano di Schindler, la fornace in cui viene rinchiusa Ilde è un evidente riferimento ai forni crematori, e ci sono varie cose chiaramente dette che vogliono riallacciare il film dei Basterds con questo, in un ideologico dittico che non è detto che non diventi trilogia esplorando chissà quali genere (magari la fantascienza ripercorrendo le orme del suo maestro Kubrick?). Sta di fatto che citazioni e riprese a iosa (anche nelle musiche strepitose, firmate anche da Morricone in un pezzo cantato da Elisa) non ne fanno l'anima ma il contorno, il film è geniale di suo senza essere solo carta ricalcante, la trama si svolge come un meccanismo ad orologeria e non ci si stanca nel vederlo neppure per un secondo, certo i non amanti del sangue saranno decisamente urtati da certe sparatorie letteralmente esagerate ma entrare in sala a vedere un film di Tarantino e pretendere certi limiti è del tutto impossibile, per natura del regista che non vede l'ora di scatenarsi in un finale catartico di pallottole e rosso liquido che finisce per colorare intere pareti.
    Senza contare che le scenografie alla "Via col vento" macchiate di violenza e sangue sono strepitose, tutto è ricostruito con maniacale precisione e la cifra tecnica è inestimabile, anche nelle scene esterne nelle neve che continuano a omaggiare western classici conosciuti e non a catena (come "Corvo rosso non avrai il mio scalpo"). Tarantino come amava fare Hitchcock si regala l'ennesima particina, quella di un carceriere che gioca a fare il trucido e finisce in briciole velocemente. In altre parti di contorno, la sua stunt-woman classica Zoe Bell e il mago degli effetti Tom Savini, in quelle di un borioso proprietario terriero chiamato Big Daddy anche Don Johnson. Il cinema di Tarantino non ha mezzi termini, o lo si ama o lo si odia e anche questo western atipico si accoda alla filosofia, sicuramente nessuno potrà accusarlo di solo plagio e di essere non propositivo e con qualche tipo di paure. Se questo film ha un difetto è solo nel doppiaggio italiano non sempre ad alti livelli, ma siamo di fronte a un discorso che non c'entra con l'origine artistica. Attenzione a una microscena finale dopo i titoli di coda del film.

    ***1/2 di ****




    ****************************** :avatareddie032av.gif: ************************************************

    ed ecco quella di futuregista

    Mi è piaciuto. Non è il miglior Tarantino, e non è neanche il peggiore. Gli ho preferito Bastardi senza gloria, per me (nonostante lui in persona sostenga il contrario) sono film molto distanti dal punto di vista stilistico, e molto vicini dal punto di vista narrativo.
    Django è la versione negra di Shoshanna, che cerca la propria vendetta (anzi, la propria Payback, per citare il Black Caesar della musica nera :D) ma arriva a ottenere il riscatto della sua razza, monsieur Candie è l'Hans Landa della situazione, l'esperto di schiavi negri che sostiene la superiorità fisiologica dei bianchi sui (vedi le tre fossette nel cranio), il dottor King Schultz è il tenente Aldo Raine, coinvolto quasi per caso nella missione di riscatto/vendetta di Django/Shoshanna. Le stesse ambientazioni, con gli improvvisi agguati ai delinquenti, ricordano le razzie dei Bastardi contro i nazisti, e la stessa Candyland (teatro della sparatoria/massacro finale) ricorda il cinema di Shoshanna.
    Leggo in molti commenti come viene sottolineato il legame tra Django Unchained e il Django di Corbucci, o - ancora peggio - tra il film di Tarantino e lo spaghetti western. A parte la colonna sonora, in cui torna prepotente, e più volte, l'atmosfera Morricone/Bacalov, la scena dell'addestramento (sulla neve, come nel Grande silenzio) che richiama I giorni dell'ira (tema di Ortolani annesso), tutto il resto del film è pura blaxploitation. Django è una delle bestie scatenate per le strade di Harlem negli anni settanta, parente di Shaft (di cui, guarda caso, la cara Broomhilda porta un evidente segno) e Foxy Brown, monsieur Candie è il padrone bianco circondato da bellezze negre, e l'intera trama ruota attorno alla dimensione mitica (ripresa dalla leggenda tedesca raccontata dal Doc) costruita, nei secoli, attorno a quell'"uno su diecimila" che, evidentemente, è Django. La stessa colonna sonora, pompatissima di soul and R&B (da James Brown a John Legend) e hip-hop, riporta a un genere tutto nero e si concentra (esattamente come negli anni settanta succedeva con Curtis Mayfield, Isaac Hayes e Marvin Gaye, con buona pace dei due, che nella "nuova blaxploitation" Tarantiniana devono vedersi accostati ad RZA e Rick Ross) proprio su quella fetta di mercato che segue il genere per la maggiore.
    Il film è godibilissimo, il ritmo sostenuto (anche se qualche cedimento, qua e là, si nota), e c'è molto Tarantino, tantissimo Tarantino. Il punto critico, forse, è che tutto questo Quentin si addensa soltanto in superficie, senza riuscire a penetrare in profondità. Insomma, tanto spazio per le cicatrici sulla schiena e molto poco per l'anima Tarantiniana più "sofisticata", a cui tutti volevamo si arrivasse dopo quel gran filmone che è stato Bastardi senza gloria.

    Voto: 7,5

    P.S: comunque Schumacher non ne capisce un cazzo, già quando dice che il western non è nelle corde di Tarantino. E Kill Bill cos'è? :lol:
    Quello è il suo omaggio allo spaghetti western -_-

    **************************************** :umakill5.gif: **********************************

    questa è di Ivo17 dal suo blog

    Apro questo post chiedendo scusa, voglio chiedere scusa a Quentin, ovvero colui che all'epoca cambiò totalmente i miei gusti cinematografici una volta visto il suo Pulp Fiction.
    Scusi signor Tarantino se nei mesi passati mi è passata per la testa l'idea che, dopo un capolavoro come Bastardi senza Gloria, Django potesse essere una vaccata.
    Scusa, scusa perché Django è un gran bel film, comunque inferiore a Bastardi ed ai capolavori di metà anni 90 certo, ma senza dubbio un gran bel film.

    In realtà Django va giudicato secondo due punti di vista differenti, quello della storia e quello della tecnica.
    Dal punto di vista della storia Django è inferiore ad alcuni precedenti film tarantiniani, questo perché è il classico western dove abbiamo il cowboy buono che deve salvare la sua amata che si ritrova nelle grinfie del cattivone.
    Non è una storia molto originale e penso che neanche volesse esserla.
    Penso che la storia sia solo un pretesto, un pretesto per esprimere la tematica del razzismo dal punto di vista di Tarantino.
    Dal punto di vista della tecnica... applausi, grossi applausi ! Già in Bastardi qualcosa si era visto ma qua è chiaro, Tarantino è migliorato come regista di almeno dieci punti.
    Scordatevi i film stupendi ma comunque grezzi, visivamente parlando, come Le Iene; Django è una gioia per gli occhi.
    Un capolavoro estetico.

    Veniamo alla interpretazioni, il povero Foxx è bravo ma nulla ha potuto al cospetto di tre grandi interpretazioni, parlo di quelle di Waltz, di Di Caprio e di Jackson.
    Prima di vedere il film avevo già letto elogi a Di Caprio ed a Waltz e posso solo confermare la cosa, ciò che voglio sottolineare, però, è la grande interpretazione di Samuel L. Jackson.
    Stephen, il suo personaggio, appare meno minuti degli altri ma secondo me è il personaggio meglio riuscito.
    Più razzista dei bianchi, un momento simpatico ed il momento dopo agghiacciante.
    Ho rivisto negli occhi di quel personaggio un odio che mi ha ricordato la più grande interpretazione di Samuel... e se siete tarantiniani sapete a chi mi sto riferendo.

    Naturalmente non può mancare, in un film di Tarantino, il citazionismo.
    Abbiamo, naturalmente, il primo Django; oltre che nel nome del personaggio principale anche nei titoli di apertura, dove il font dei titoli e la colonna sonora sono pressoché identici.
    Inoltre è risaputa la partecipazione di Franco Nero, il primo Django.
    Abbiamo una scena in cui un bastardo, esaltato religioso, si attacca pagine della Bibbia su per il corpo, una proprio sul cuore (cosa vi ricorda ?)
    Ed abbiamo tanto, tanto altro.

    Per concludere, Django lo metto al quarto posto nella produzione tarantiniana, per ora la mia personale classifica è la seguente :
    - Pulp Fiction
    - Le Iene
    - Bastardi senza Gloria
    - Django e Kill Bill (pari merito)
    - Jackie Brown
    - Four Rooms
    - Grindhouse

    By Ivo
    From Hell
    Pubblicato da Castellucci Ivan a 14:40

    link
    http://lifetalesofivanc.blogspot.it/2013/0...-tarantino.html

    ********ANNALISA MACCHI DA CINE ZONE*********

    Ebbene gentili lettori, se avete letto il lenzuolo pernicioso del Signorelli (sua definizione e non mia) sappiate che questa recensione secondaria di Django potrebbe risultarvi alquanto inutile oppure superata, ma è per diretta richiesta della redazione che mi sono umilmente impegnata nello stendere un mio personale parere sul nuovo film di Tarantino, proprio per fugare qualunque istinto di giudizio che porti a credere che quanto scritto del nostro redattore sia frutto di estrema incongrua parzialità. Idealmente non parto da fan del comunque geniale ed istrionico regista/feticista dei piedi (segnale che in Django non troviamo), il suo cinema mi è parso sempre un insieme di addendi elaborati da altri a cui lui sposta l'ordine per formare il totale uguale, ma ogni volta che vedo un suo film dico sempre "Sarà un ricalcatore e rielaboratore, ma accidenti come sa farlo bene". Vedendo il film, senza perdermi nel mare cervellotico di ragionamenti del mio esimio collega qua sopra che ama la verbosità e lo stendere la sensazione, mi sono comunque serenamente divertita per la sua lunghezza (accidenti, compete con Cloud Atlas in questo), mi ha colpito il modo in cui il regista ha diretto personaggi interpretati da ormai fidi amici (tra cui l'eccezionale L Jackson, vera sorpresa del film con il suo servo malefico asservito ai bianchi) ma anche il polso fermo e sereno con cui ha ripreso una superstar come Di Caprio, attore ormai degno di qualunque attenzione. Una regia compiaciuta e divertita con l'animo del bambino a cui piace avere sempre nuovi giocattoli da usare, pieno di momenti umoristici (quello dei cappucci è una vetta suprema) e di citazioni per esperti che non disturbano la visione dei comuni mortali per il cui il cinema non è fede, verbo o professione ma solo occasione di comune riunione per passare la serata. Esiste anche un cinema che serve per la vita e non la vita per il cinema, parafrasando il motto comune del lavoro, in questo Tarantino (grasso, gonfio ed imbolsito protagonista di un esplosivo cammeo) è un mago, lui si siede a tavola e parla e pasteggia, poi fa sedere i suoi attori che lo imitano professionalmente per darci il discorso della fava grossa delle Iene o del circolo di cucito di Pulp fiction. Qui tutto è calibrato, parole, azione e sorprese, quello che poi letteralmente esplode graficamente sullo schermo poi è il gusto sanguinolento a lungo represso che a qualcuno potrebbe infastidire. Ma siamo di fronte a un grande intenso spettacolo d'amore per il cinema, ideale punto d'inizio per chi vuole approfondire ma anche giusto contrappunto esattoriale al biglietto pagato per chi vuole solo sostare e non viaggiare nei meandri della settima arte.

    ***1/2 di ****
     
    .
  2. Ivo17
     
    .

    User deleted


    Bella l'idea di riunire tutte le nostre recensioni !
     
    .
  3. marsellus wallace
     
    .

    User deleted


    questa è della Hawy

    DJANGO UNCHAINED

    Mi è piaciuto un sacco e mi sono divertita come non mi succedeva dai tempi del cinema parrocchiale, la domenica pomeriggio negli anni '70, dove proiettavano tutti gli spaghetti western! Mi piace l'evoluzione che Quentin Tarantino sta compiendo, la sua cultura cinematografica è enorme e il suo cervello che straborda di immagini e di personaggi deve per forza partorire cose nuove, il suo genio articola la sua fantasia e la sua esperienza in frasi,discorsi fatti di immagini, o nuovi periodi, che dir si voglia, caratterizzati da una freschezza che è ancora piena di meraviglia, la stessa meraviglia di chi è affascinato dal cinema per la prima volta.
    Ho adorato la coppia Doc Schultz e Django, mi hanno ridato la gioia ed il divertimento che mi diede la coppia Franco Nero-Thomas Milian ( Vamos a matar companeros, di Sergio Corbucci, musiche di Ennio Morricone) nei panni rispettivamente dello Svedese detto 'il pinguino' e del messicano detto Basco, il primo vestito elegante e dal parlare forbito e ironico ( come King Schultz ), il secondo, al contrario del silenzioso Django tarantiniano, piuttosto ciarliero.
    Conoscendo la maggior parte dei brani scelti da Quentin per la colonna sonora del film, il divertimento è stato completo! Che soddisfazione poter canticchiare il tema del Django di Corbucci, Freedom di Richie Havens (amata nel film storico sul concerto di Woodstock) e, sopra tutte, Trinity, dal mio amatissimo Lo chiamavano Trinità!
    Grazie Quentin ;)

    questa è della serpona chucka10 Chuck_calcio_rotante_doppio


    ahia ahia
    mi ha stronxcato con le chiacchiere.
    logorroico, noiso, prolisso, pedante: action praticamente azzerrrrrata che sembra partire e poi si stoppa. Ritmo non incalzante. Stranamente la soundtrack abbinata alle immagini non mi detto nulla.
    un pugno di cose ottime sparse in un film che andava tagliato di brutto
    sequenze messe lì (il bagno nel ghiacchio) ma che potevano anche meglio non esserci.

    non capisco a questo punto il premio come miglior scenografia e rispetto a Schultz, un plauso a Lenardo.

    l'unico punto che mi ha fatto esultare per la sorpresa è stato il pacco del body double di JF appeso a testa in giù.

    non me l'aspettavo così fiacco. Cavolo, non avrei mai immaginato di scrivere tutto ciò su un film di Tarantino .

    Lei che si mette le dita nelle orecchie? Straziante.

    bello il pupazzo di neve e il maggiordomo stronzo
    grande cast
    grande la fine di Quentin

    sembra girato con il freno a mano inserito, il motore in folle e l'autista impegnato a parlare al telefonino.
     
    .
  4. serpeinculo
     
    .

    User deleted


    ops rece parola grossa, parole in libertà meglioooo

    QUESTA è di -Tristan-

    DJANGO UNCHAINED
    prologo: andatelo a vedere, è bello e divertente.. curioso, colorato e potente...
    se non vi piace tarantino magari no...

    ma, l'ardua sentenza: troppo lungo e mal equilibrato..
    mancano alcuni dei segni distintivi del Nostro, e allo stesso tempo mancano l'originalità e quella dose di scene o situazioni leggendarie a cui ci ha sempre abituato, a discapito di un continuo marcamento ripetitivo sulla storia dei neri e dello schiavismo... un pò troppo, e troppo poco western epico, e una trama lineare non genialissima come al solito, arricchita da scene comiche o violente giuste per farci sentire che è sempre Lui...

    per chi l'ha visto:
    parte iniziale ottima (con parentesi alla piantagione dei tre fratelli banditi troppo lunga ma che a questo punto del film ci sta), parte centrale lunghissima e dialogata, ma retta divinamente da waltz e di caprio, parte finale con il solo foxx che purtroppo arriva lentamente e in modo incerto, in un punto in cui si è veramente stanchi dal minutaggio, ma che alla fine è il vero succo del film... voglio dire: tanta carne e tante argomentazioni divaganti e troppo dilungate, poi succede il patatrack e il finale rimane lì a dover chiudere in maniera debole e solitaria...

    resta cmq una regia eccezionale, originale, e sicura ogni oltre limite.. la presenza delle musiche è incessante e ben elaborata.. gli attori fanno un lavoro perfetto, soprattutto i già citati waltz e di caprio, ottimi... sempre piacevoli restano i dialoghi lunghi, strabordanti, che spesso fanno ridere e dare un tono surreale alla storia...
    probabilmente lo rivedrò, ma non riesco a sentire la genialità pura e cruda dei precendenti film...
    insomma siamo su un così così per me...




    #entry372986736
     
    .
  5. Hawy ½
     
    .

    User deleted


    Guardando il film in lingua originale, ho riconosciuto la voce di Quentin anche se indossava uno dei cappucci: è quello che sistema le cose, calmando gli animi: - per adesso usiamo quelli che abbiamo, la prossima volta si faranno dei cappucci migliori. - (in sintesi...)
     
    .
  6. serpeinculo
     
    .

    User deleted


    hahhaah che forte!!!! doppio ruolo!!!!!!
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Il "Divo"

    Group
    Member
    Posts
    11,849
    Location
    Napoli

    Status
    Offline
    ho dato un'occhiata e vedo che più o meno stiamo là, esaltazione alla medio-massima potenza un pò per tutti, tranne che per Bob...... peccato sarà per la prossima. ;)
    io penso che voleva fare un "western" e lo ha fatto, lo ha fatto a modo suo, mettendoci dentro tutto quello che gli piace. per questo non aggiungerei e non toglierei niente. vorrei solo dire di aver visto un Tarantino un pò più "soft", questo potrebbe spiegare la poca "azione"!
    personalmente mi sono divertito e neanche la durata ha influito molto sul mio livello di attenzione... nonostante le varie minacce che provenivano dalla “tizia” al mio fianco! :jary.gif.:
     
    .
  8. Ivo17
     
    .

    User deleted


    QUOTE (Jary @ 3/2/2013, 11:50) 
    ho dato un'occhiata e vedo che più o meno stiamo là, esaltazione alla medio-massima potenza un pò per tutti, tranne che per Bob...... peccato sarà per la prossima. ;)
    io penso che voleva fare un "western" e lo ha fatto, lo ha fatto a modo suo, mettendoci dentro tutto quello che gli piace. per questo non aggiungerei e non toglierei niente. vorrei solo dire di aver visto un Tarantino un pò più "soft", questo potrebbe spiegare la poca "azione"!
    personalmente mi sono divertito e neanche la durata ha influito molto sul mio livello di attenzione... nonostante le varie minacce che provenivano dalla “tizia” al mio fianco! :jary.gif.:

    Immagino il tipo di minacce :lol:
     
    .
  9. nicola formola
     
    .

    User deleted


    il film è stato uno spasso dall'inizio alla fine. al momento rientra tra i miei preferiti. è indiscrivibile la sensazione provata nell'ascoltare il brano di roberts nei titoli di coda con la stessa scritta rossa fuoco marcata dell'originale di corbucci. chi ama il cinema non può fare a meno di notare tutte le citazioni a manette che quentin ci ha amato a scovare nelle sue pellicole. la prima vendetta dello schiavo nella fattoria è da urlo per non parlare delle sparatorie.....insomma in sala visto ben 3 volte (kill bill 4 volte e idem i bastardi hahahhhahaha). spero che a marzo mi arrivi preso la action figure di 30 cm della enterbay. la colonna sonora cartonata con booklet è già mia e ascoltata all'infinito. il blu ray il 15 maggio è già in pre-order da amazon.....che manca????? DJANGO UNCHAINED ....Voto finale 10 e lode.
     
    .
  10. Emanuele Vallo
     
    .

    User deleted


    Ehi, ci sono anch'io!. Allora Django Unchained non è un film ma IL film. Tarantino qui non mette la sua classica regia perfetta come nei suoi precedenti film, oddio è perfetta, ma qui usa la macchina da presa come si usava fare negli spaghetti-western negli anni d'oro. Le citazioni/omaggi qui si sprecano: Partendo dai titoli di coda come il Django originale, con il tema di Bacalov del Django originale, ma con la scena sotto dei negri incatenati che camminano sotto il sole omaggia Spartacus di Kubrik. Shultz e Django sulla neve come Il Grande Silenzio. Il tema di Lo Chiamavano Trinità. Samuel L. Jackson che dice a Django che è un figlio di pu****a come nel Il Buono, il Brutto e il Cattivo. Nel Django del 66' Maria ad inizio film viene frustata da dei messicani, in Django Unchained invece nel flashback In cui Django ricorda la moglie frustata notiamo che Broomhilde e nella stessa posizione uguale a Maria. Poi la recitazione è magnifica...ricordate un film di Quentin dove anche un attore solo recita male? Beh ve lo dico io, NO!. La colonna sonora, come in tutti i suoi film, è molto azzecata, fotografia eccellente. Ma la cosa che mi è piaciuta di più...è il sangue quando esce...cioè è proprio da...rasponi a due mani.
    Ecco la mia classifica personale dei miei film preferiti del Maestro:
    1)Django Unchained
    2)Jackie Brown
    3)Pulp Fiction
    4)Kill Bill vol.2
    5)Bastardi senza Gloria
    6)Le Iene
    7)Kill Bill vol.1
    8)A prova di Morte
     
    .
9 replies since 20/1/2013, 12:19   333 views
  Share  
.