Notizie strane!

Una bravata, un incidente, ma anche un folle atto legato a riti satanici. Queste le piste seguite dagli inquirenti che indagano sul masso che ha causato il terribile incidente sulla A1, costato la vita a un uomo e il ferimento di altri. E' stato infatti notato come il luogo della tragedia sia esattamente al km 666, numero della bestia, dell'Autosole. Una macabra coincidenza che potrebbe non essere tale.
Gli investigatori ritengono che il masso, se scagliato volontariamente giù dal viadotto, abbia visto impegnate più persone, visto il peso del sasso che sarebbe stato sollevato e lanciato oltrepassando la rete di protezione alta circa 2 metri. Ma la polizia non esclude che il sasso possa essere caduto da un camion in transito sul cavalcavia dal momento che nelle vicinanze c'è una discarica e vi sono massi della stessa dimensione lungo la strada.
Infine l'ipotesi più inquietante, vista la coincidenza con il numero del km all'altezza del quale è avvenuta la tragedia. Si teme che qualche sconsiderato, magari appartenente a una setta satanica, abbia voluto colpire in modo sconsiderato esattamente in quel punto, che per lui ha significati esoterici. Se così fosse, se si dimostrasse una connessione tra il km 666 e quanto accaduto, ci si troverebbe davanti ad atto che lascia davvero sgomenti.

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NEVE DEKALIM, Striscia di Gaza (Reuters) - I militari israeliani hanno preso oggi il controllo dell'ingresso del più grande insediamento ebraico nella Striscia di Gaza, respingendo i dimostranti che dovranno ritirarsi entro la mezzanotte o saranno sgombrati.
I militari hanno segato il cancello delle colonia per prendere il controllo di Neve Dekalim, bastione di resistenza al ritiro che favorirà la richiesta palestinese di uno stato autonomo.
I primi scontri si sono verificati dopo che un gruppo di dimostranti ha dato fuoco ad una pila di rifiuti nella strada principale della colonia. Inoltre la polizia ha trascinato via 20 giovani coloni che avevano bloccato camion e persone al principale ingresso di Neve Kalim.
"L'unico modo è quello di andarsene", ha riferito ieri ai giornalisti Eival Giladi, responsabile strategico dell'ufficio del premier israeliano Ariel Sharon, dopo i pianti e le urla dei coloni consolati dai soldati israeliani con ordini di sgombero.
Rispettando gli ordini ricevuti, molti coloni hanno riempito camion e container, partecipando così all'esodo che secondo Israele segnerà la fine dell'occupazione della Striscia di Gaza da 38 anni.
"Tutti gli abitanti di Gush Katif sono in lutto", ha dichiarato il colono Gilad Meimon, pronto per la partenza davanti a un veicolo carico di ricordi e oggetti di famiglia.
La polizia israeliana ha formato un cordone di sicurezza attorno ai due lati della strada principale di Neve Dekalim, con l'obbiettivo di impedire ai coloni di bloccarne l'accesso come hanno fatto il giorno prima. L'esercito ha detto che impedire agli altri residenti di lasciare i territori è un'azione che non sarà tollerata.
Nonostante ciò, alcune enclave di Gaza continuano a tenere duro. Un gruppo di coloni estremisti ha giurato che non abbandonerà la terra che Dio ha consegnato al popolo ebreo.
"Terremo strette le nostre case fino all'ultimo", ha dichiarato il colono Chaim Gross.