Notizie strane!

tutte le notizie strane riportate dal qtp ! incredibile ma vero !

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  1. NouvelleVague
     
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    MI SEMBRA GIUSTO APPOGGIARE QUESTA COSA:
    CLICK
     
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  2. SpOOn^Man
     
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    E' una buona iniziativa, più che altro per far conoscere alla gente da chi siamo governati, ma non credo, purtroppo, che possa avere esiti positivi.
     
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  3. Travis
     
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    già...
     
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  4. NouvelleVague
     
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    è partito il flash in tv,ma non si capisce
     
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  5. NouvelleVague
     
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    Celebrate le prime nozze tra due lesbiche in Spagna. Dopo il primo matrimonio di Madrid tra omosessuali di qualche giorno fa, immediatamente dopo l'entrata in vigore della nuova legge che equipara il matrimonio tra persone dello stesso sesso a quello tradizionale eterosessuale, tocca adesso a due donne. La cerimonia è stata celebrata a Mollet del Valles, una cittadina vicino a Barcellona, dal giudice Jorge Vergara.
    A coronare il sogno di unirsi civilmente sotto gli occhi di un intero Paese che osserva la trasformazione sociale in atto, una spagnola e una argentina. Si tratta rispettivamente della bionda Sebastiana e della bruna Veronica. La formula la stessa che da anni viene impiegata in tutte le unioni civili e che rimarca i doveri dei coniugi e la neccesità di condividere le responsabilità domestiche.
    La cerimonia
    Nonostante il matrimonio fosse in forma privata con soltanto una quindicina tra testimoni e invitati, i presenti erano ben oltre i cinquanta: tutti giornalisti. Il momento di maggiore confusione si è avuto al momento del fatidico sì, quando i rappresentanti dei media si sono scatenati per immortalare la scena. Le due spose, che vivevano insieme da anni, solo da alcuni mesi si erano trasferite a Mollet del Valles. Molto sobrio l'abbigliamento: entrambe in pantaloni e giacca, un completo bianco e a righe per Sebastiana e uno scuro per Veronica. Le due donne, evidentemente commosse, hanno evitato di fare dichiarazioni al momento del "sì, lo voglio", limitandosi a stringersi forte la mano. Tutta la tensione si è sciolta in un lungo bacio quando il giudice ha proclamato la tradizionale formula: "Vi dichiaro unite in matrimonio".
    Le polemiche
    Non sono mancate le polemiche. Un giudice donna di Barcellona ha chiesto alla Direzione generale dei registri civili che si pronunci se sia valido un matrimonio omosessuale quando uno dei due coniugi appartenga ad un Paese in cui questo tipo di unioni non sono ammesse. E' il caso dell'Argentina, di cui Veronica è cittadina. L'obiezione è stata respinta dal giudice Vergara che ha ritenuto che il diritto a contrarre matrimonio deve prevalere sulla legge per gli stranieri. Nei giorni scorsi, poi, un'altra giudice di Alicante aveva annunciato un'eccezione di costituzionalità in riferimento al matrimonio omosessuale, provocando l'irata reazione delle organizzazioni di gay e lesbiche.
     
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  6. NouvelleVague
     
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    Ancora un avvertimento del terrorismo islamico all'Italia. Un minaccioso avviso "di trasformare Roma in un cimitero" è comparso su internet in una nota a firma delle Brigate Abu Hafs Al Masri, il gruppo che si è già assunto le responsabilità dei recenti attacchi a Londra. Lo riferisce il sito internet israeliano di intelligence Debka. Per gli esperti il messaggio sarebbe lo stesso 'postato' il 22 luglio scorso.
    "Dopo Londra è il turno di Roma" minacciano le Brigate Abu Hafs Al Masri. E avanzano una richiesta perentoria al governo italiano: si ritirino al più presto le truppe dall'Iraq altrimenti si passerà dalle parole ai fatti.
    Che la minaccia corrisponda a un pericolo reale è dimostrato dal ritrovamento dei volantini e di materiale scaricato dal Web trovato dagli americani nelle mani di uno degli uomini più vicini ad Al Zarqawi: si tratta di fotografie satellitari di obiettivi sensibili della città di Roma.
    Il terrorista catturato ha ammesso che a Ramadi, mel triangolo sunnita, si sono tenuti nei giorni scorsi incontri con i vertici di al Qaeda per organizzare gli attentati di Londra e contro i Paesi che ancora mantengono le loro truppe in Iraq. Italia in primis. L'attacco dinamitardo all'hotel Gazala a Sharm El Sheikh, che ha causato un centinaia di morti, tra cui almeno due italiani, potrebbe essere interpretato come un attacco mirato agli italiani, così come dichiarato da un ufficiale egiziano che sostiene che l'attacco dinamitardo sia un segnale ben preciso rivolto al nostro Paese.
    Il governatore del Sinai sud, Mustafa Afifi, invece ha escluso che gli attentati di Sharm el Sheikh avessero come obiettivo gli italiani. "I terroristi volevano creare instabilità in Egitto in generale, gli italiani non erano un obiettivo specifico, i resort italiani sono ben noti e il Ghazala Gardens Hotel non è tra questi", ha dichiarato il governatore.
    Tornando al comunicato delle Brigate Abu Hafs Al Masri cui fa riferimento Debka, il messaggio sarebbe però lo stesso, come rilevano alcuni esperti che lo hanno esaminato, pubblicato sul web il 22 luglio scorso: un messaggio di minacce all'Italia e ad altri Paesi europei e di rivendicazione dei falliti attentati del 21 luglio a Londra. Quel documento, il giorno successivo, venne sconfessato dalle stesse Brigate Al Masri.
    Tuttavia, viene sottolineato, c sono divergenze nelle traduzioni di alcune frasi. Ad esempio, nel messaggio del 22 luglio le sedicenti brigate si rivolgevano al premier Berlusconi sollecitando il ritiro delle truppe e avvertendolo che l'Iraq diventerà, per i suoi 3.000 soldati schierati in quel paese, "un cimitero che hanno scavato con le loro stesse mani". Oggi, invece, il cimitero non è più l'Iraq, ma Roma. Berlusconi viene infatti avvertito che, non ritirando le truppe italiane dall' Iraq, "trasformerà Roma in un cimitero". I due documenti originari, ribadiscono però gli esperti, sono uguali.
     
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  7. NouvelleVague
     
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    Tradire il marito con un'altra donna è peggio che farlo con un uomo. Lo ha stabilito la Cassazione addebitando alla moglie di un professionista palermitano la crisi coniugale dopo 21 anni di matrimonio. La signora aveva chiesto la separazione, ma si è scoperto che aveva una relazione con una ex compagna di scuola della figlia.
    I giudici della Superema Corte hanno quindi attribuito la responsabilità della rottura del vincolo matrimoniale alla signora Mariangela G., come stabilito dai magistrati di Palermo. La donna si era rivolta ai giudici palermitani accusando il consorte di numerosi tradimenti, oltre che del fatto di aver costituito un nucleo familiare con un'altra donna, lasciando il tetto coniugale.
    A quel punto, l'ex marito ha reagito chiedendo a sua volta agli stessi magistrati la separazione con addebito alla moglie per avere "ella intrattenuto una relazione omosessuale con una ex compagna di scuola di una delle figlie". Fatto ritenuto aggravante per i giudici del Palazzaccio. Con l'amore saffico, inoltre, la donna avrebbe leso "gravemente" i sentimenti delle figlie.
     
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  8. NouvelleVague
     
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    Niente fanatismi nè giudizi politici, assicurano i produttori, solo la vita dei soldati nei campi di battaglia iracheni. Parte negli Usa il serial televisivo Over There, che racconterà le gesta, le angosce e le storie personali dei soldati americani impegnati al fronte. Il telefilm, interamente girato nel deserto a sud di Los Angeles, avrà come protagonisti otto personaggi, fra cui due donne, due afroamericani e un americano di origini arabe.
    "Non è un telefilm sulla guerra, nè un film per fanatici di destra o di sinistra -ribadisce il presidente della Fx Networks John Landgraf- ma sui soldati e sulla loro vita nei campi. ".
    "La guerra è un buon soggetto per la televisione - commenta lo sceneggiatore Chris Gerolmo- Sarà un telefilm drammatico come Law and Order, d'azione come 24 e sanguinoso come Csi". Gli ingredienti per farsi guardare dal truculento pubblico americano, insomma, sembrano esserci tutti.
    Per rendere più realistica possibile la ricostruzione degli ambienti e delle circostanze i produttori hanno assunto un veterano di guerra, il sergente Sean Thomas Bunch, come consulente, il quale ha trascorso intere giornate a spiegare agli attori come fare i soldati.
    "Abbiamo cominciato a girare lo scorso inverno - racconta uno degli interpreti- e per prima cosa ci hanno insegnato a camminare, a parlare e a sparare come i soldati veri". Neppure durante le pause era concesso agli attori di uscire dalla parte, tanto che hanno passato quasi tutti i break a fare flessioni e a masticare tabacco.
    Il copione prevede interrogatori ai ribelli iracheni, soldati feriti e giornalisti catturati e minacciati di morte, ma uno dei produttori, Steven Bochco, non si dice preoccupato: "So che faremo discutere, ma siamo pronti a difenderci. Se vogliamo descrivere quell'ambiente dobbiamo farlo in maniera coerente".
    Chissà se Over There riuscirà a rimpinguare le fila dell'esercito americano, alle prese con un reclutamento dei militari ai minimi storici.
     
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  9. NouvelleVague
     
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    La passione per la bella vita potrebbe costare molto cara a monsignor John Woolsey, 77 anni, accusato di furto, frode ed evasione fiscale dalla Corte Suprema di Manhattan per aver sottratto per sette anni più di 800.000 dollari ai facoltosi parrocchiani dell'upper East Side e per aver costretto una frequentatrice della chiesa di St. John the Martyr, a fare testamento a suo favore. Rischia 15 anni di galera.
    Il parroco, un aitante uomo di 77 anni, atletico e abbronzato amava gli orologi preziosi, le cene raffinate, gli abiti lussuosi, le vacanze da sogno e le partite di golf. Tutti vizietti molto costosi che pagava utilizzando le generose offerte dei fedeli.
    Per sette anni, ha trasferito la bellezza di 836.744 dollari sul proprio conto personale prendendolo direttamente dalle questue dei devoti parrocchiani. Soltanto in orologi, una collezione di Rolex, Breitling, Omega e Breguet, Woolsey avrebbe speso 200.000 dollari.
    Per non parlare dei mondani spuntini al Petaluma, al Lenox Room e nei migliori locali della città. Il monsignore amava anche tenersi in forma giocando a golf: i suoi posti preferiti erano i golf club della Florida, del Vermont e due club vicini alla casa parrocchiale il Winged Foot, nel Westchester e il Beacon Hill, nel New Jersey.
    Tutto è filato liscio fino a quando Rose Cale, una fedele frequentatrice della parrocchia deceduta nel 2003, ha accusato Woolsey di volerla costringere a far testamento a suo favore iniziando una causa che tra rinvii, ricorsi e carte bollate è arrivata fino alla Corte Suprema di Manhattan. Nicholas De Feis, l'avvocato del monsignore , sostiene che "I soli soldi che Woolsey ha speso per se stesso provengono da contributi che i parrocchiani gli hanno permesso di usare per scopi personali come riconoscimento del grande lavoro che lui stava facendo come loro pastore. Per le molte attività della parrocchia non sarebbero bastati i 15.000 dollari all'anno provenienti dalla diocesi".
    John Woolsey è stato rilasciato ieri senza cauzione. Gli è stato però ritirato il passaporto per impedire che fugga con il bottino facendo perdere le tracce. Per i prossimi mesi John Woolsey dovrà accontentarsi dei campi da golf dell'upper East Side di Manhattan, in attesa della sentenza definitiva. A questo punto i parrocchiani si chiedono quale delle due condanne sia più temibile per il loro adorato monsignore: se quella terrena o quella divina.
     
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  10. SpOOn^Man
     
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    L'ho sempre detto che mi devo fare prete!!!
     
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  11. argentoamaro
     
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    iniziativa ottima direi.
    cmq io non riesco a mettere il link d beppe grillo sul mio sito (quello di studenti) se qualcuno mi aiutasse mi (e si) farebbe un favore...

    grassie...
     
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  12. Vincenzo Vega
     
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    Seiko Ikeda è una “ibakusha”, una sopravvissuta alla bomba nucleare. Quando la mattina del 6 agosto 1945 alle 8 e 15 «l’arma del diavolo» (come lei stessa la chiama) esplose su Hiroshima, Seiko (oggi 73enne) era solo una ragazzina: faceva la seconda media. Insieme ai suoi compagni di classe si trovava a poco più di un chilometro dall’epicentro dell’esplosione e la bomba le devastò il corpo. Da allora Seiko non ha mai smesso di impegnarsi per la pace ed è stata invitata in Italia dai Beati costruttori di pace per aprire le manifestazioni che celebreranno il 60mo anniversario delle bombe nel segno del disarmo nucleare.

    Cosa ricorda di quel 6 agosto di 60 anni fa?
    «Era una giornata molto calda, al momento dell’esplosione mi trovavo a 1500 metri dall’epicentro. Noi, ragazzi delle scuole, eravamo stati mobilitati. Io lavoravo alla demolizione degli edifici, un lavoro necessario per ridurre i rischi in caso di disastri. Avevo 13 anni, facevo la seconda media. Ci fu un bagliore fortissimo seguito da un boato. Poi tutto buio. L’onda d’urto mi fece fare un balzo di una quindicina di metri. Quando mi ripresi, mi resi conto che i miei capelli erano tutti bruciati e i vestiti ridotti in stracci. La pelle delle braccia e delle gambe si era staccata e pendeva a brandelli. Si vedeva la carne viva, rossa. Gridai, chiesi aiuto, vagando alla ricerca di qualcuno che mi aiutasse.

    Quali furono le prime cose che vide dopo lo scoppio della bomba?
    «Ovunque vedevo corpi, singoli o ammucchiati, tutti bruciati. E tante persone coperte di sangue, senza neanche la forza di urlare o chiedere aiuto. Passai accanto a questi corpi, in alcuni casi li calpestai, mentre vagavo alla ricerca di aiuto. Poi vidi il fiume e mi ci buttai dentro, perché tutto il corpo mi bruciava. Il fiume era pieno di persone e non riuscivo a vedere la superficie dell’acqua. Molte di queste persone morivano, andavano a fondo e scomparivano. Molti corpi rimasero senza identificazione nell’acqua per giorni, in balia della corrente.»

    Si trovava molto vicino all’epicentro dell’esplosione e, come ha raccontato, il suo corpo fu bruciato dalle radiazioni, cosa le accadde?
    «Quando dopo diverse settimane iniziò a diminure la febbre, cominciai ad alzarmi, a fare qualche passo. Le ferite si stavano rimarginando, ma sentivo che c’era qualcosa di strano nella mia faccia. Trovai lo specchio che la mia famiglia aveva nascosto e mi ci guardai. Fu uno shock terribile, rimasi talmente sconvolta che desiderai essere morta sotto il bombardamento. Non riesco neanche a descrivere quanta sofferenza tutto ciò mi abbia causato per tutta la vita. E anche se riuscissi a trovare le parole, forse nessuno potrebbe capire ciò che ho provato. Per ridare alla mia faccia un aspetto simile a come era, ho subito quindici operazioni. Nonostante tutto, però, sono viva. Una nostra vicina riuscì a tornare a casa dopo due giorni e la sua famiglia fu felice di vederla sana e salva. Ma dopo un mese cominciò a star male, talmente male che non riusciva più ad alzarsi da letto. Perse tutti i capelli e poi cominciò a sanguinare dal naso, dalla bocca, dalle orecchie. Pochi giorni dopo morì dei sintomi acuti delle radiazioni. Sono in ogni caso più fortunata di quelle persone che ho visto per strada quel giorno, o di quelli che sono morti vicino a me nel fiume, senza sapere chi incolpare. Non dimenticherò mai quei volti contorti dal dolore...»

    Come molti altri sopravvissuti alle bombe, lei oggi è una pacifista, lotta contro la guerra e contro le armi nucleari, da Hiroshima può venire anche un messaggio di speranza?
    «Hiroshima non è solo la città che ha subito il bombardamento nucleare, ma che è anche la città della pace. La mia speranza è che si possa riparare un terribile errore del passato, eliminando dalla nostra storia le guerre e le armi nucleari che possono distruggere l’umanità intera. Anche oggi, dopo 60 anni, le persone continuano a morire per le conseguenze del bombardamento atomico. E forse domani toccherà a me. In quanto sopravvissuti, abbiamo parlato con molte persone, per esprimere il nostro sconforto, la nostra rabbia, la nostra speranza in un mondo di pace libero dalle armi nucleari. Hiroshima è un luogo dove si può imparare a capire la dignità umana. La guerra, il terrorismo, le armi nucleari uccidono. Quando penso alla guerra non penso solo alla mia morte, ma alla morte di genitori, figli, fratelli, sorelle, amici. In una guerra nucleare non ci saranno né vincitori né vinti. Ci sarà solo la distruzione dell’umanità e la fine del pianeta terra. Se l’umanità non eliminerà le armi nucleari, le armi nucleari elimineranno l’umanità.

    Il sindaco di Hiroshima ha scritto una lettera a Bush per chiedere la messa al bando delle armi atomiche, qual’ è il suo messaggio ai “potenti”?
    «L’appello di pace che lanciamo noi, vittime della bomba atomica, è un appello debole, privo di potere. Eppure credo che crescerà in tutto il mondo, grazie alla compassione e alla simpatia delle persone di tutti i paesi. Un giorno diventeremo la voce più forte. E questo è il mio sogno che mi aiuta ad affrontare la paura della morte che mi assale ogni giorno».




    "Mai più Hiroshima! Mai più Nagasaki!"
    Secondo un'antica tradizione giapponese, a chiunque prepari mille gru di carta origami, gli Dei concedono che si avveri un desiderio. Sadako, che aveva due anni nel 1945 quando la sua città di Hiroshima fu rasa al suolo dalla bomba atomica, piegò le sue mille gru… anzi molte di più. Continuò a piegare foglietti di carta colorata, fino a poco prima della sua morte, a dodici anni, il 25 ottobre 1955. Sadako e le sue gru ci insegnano che non bisogna mai rinunciare, anche quando l’obiettivo sembra irraggiungibile.

    Sono passati 60 anni da quei terribili bombardamenti. Non dobbiamo dimenticare, né rinunciare a lottare affinché non ci siano mai più Hiroshima, mai più Nagasaki. Come sostiene il sindaco di Hiroshima, nel suo accorato appello, l’unico modo degno di onorare la memoria di quelle vittime è impegnarci per far mettere al bando per sempre, e in tutto il mondo, le armi nucleari. Ne va del futuro dell'umanità.


    PROGRAMMA in ITALIA:

    5 agosto 2005

    ore 20.30 - Ghedi (BS)
    Incontro pubblico con Seiko Ikeda, sopravvissuta all’esplosione nucleare su Hiroshima.

    6 agosto 2005

    ore 8.15 - Ghedi (BS)
    Momento di silenzio e riflessione davanti all’aeroporto militare dove sono stoccate attualmente 40 testate nucleari B-61, da montare su aerei italiani, con la presenza anche dei Sindaci della zona e di altre città italiane.

    ore 18 - Padova, Palazzo Moroni - Municipio
    Inaugurazione della Mostra “Mai più Hiroshima! Mai più Nagasaki!”
    Testimonianza di Seiko Ikeda, sopravvissuta all’esplosione nucleare di Hiroshima.

    7 agosto 2005

    ore 18.00 - Padova
    Preghiera interreligiosa per la pace e contro le armi nucleari

    ore 20.30 - Padova, Piazza dei Signori - Municipio
    Concerto - Orchestra di Piazza Vittorio

    8 agosto 2005

    ore 9.30 - Padova, Palazzo Moroni
    Convegno - METTERE AL BANDO LE ARMI NUCLEARI - Il Progetto 2020 Vision - Liberare l’Europa dalle armi nucleari - Italia: Paese non-nucleare? Quale ruolo per le Regioni e gli altri Enti locali?

    ore 20.30 - Padova, Palazzo Moroni - Municipio
    Spettacolo - Reportage Chernobyl di e con Roberta Biaggiarelli

    9 agosto 2005

    ore 11 Aviano (PN)
    Davanti alla Base USAF per ricordare la seconda bomba atomica che distrusse la città di Nagasaki.
    Saremo in collegamento con le altre iniziative che si svolgono in contemporanea nel mondo: Giappone, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti.


    La Campagna è davvero Globale! Nei giorni che ricordano il 60° anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki saremo in tantissimi in tutto il mondo a rinnovare il nostro impegno per un mondo libero da armi nucleari, nel quadro della Campagna lanciata dal Sindaco di Hiroshima per la messa al bando di questo strumenti di distruzione di massa.

    In Giappone si terranno la Conferenza mondiale dei Sindaci per la Pace e la Conferenza internazionale per l’abolizione delle bombe atomiche.
    In Belgio, dal 26 luglio al 9 agosto una lunga Marcia per la Pace si snoderà da Ypres a Kleine Brogel. Ypres è il luogo dove 90 anni fa venne usata per la prima volta un’arma di distruzione di massa, il gas che prende il suo nome dalla cittadina. Kleine Brogel, invece, è la base che oggi ospita testate nucleari dell’ombrello protettivo Nato nel quadro degli accordi di “nuclear-sharing”.
    In Germania, i giovani che hanno organizzato la scrittura collettiva di un appello ai governi mondiali per la messa al bando delle armi nucleari, manifesteranno davanti alla base di Buechel, un’altra base, come quelle di Kleine Brogel e di Ghedi in Italia, dove armi atomiche USA sono in dotazione a forze armate di Paesi non-nucleari.
    In Francia, gli antinuclearisti faranno un digiuno collettivo ed azioni dirette nonviolente davanti ai luoghi della direzione strategica del programma nucleare militare francese. E questi sono solo alcuni.
    Negli Stati Uniti le iniziative per commemorare i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki saranno tantissime. Prima di tutto, gli antinuclearisti statunitensi ci tengono a che si affermi sempre che le bombe atomiche sganciate su Hirsohima e Nagasaki furono progettate e costruite negli USA, e che furono gli Stati Uniti ad ordinarne l’uso. A Los Alamos, nel Nuovo Messico, gli attivisti saranno davanti al laboratorio dove furono progettate quelle bombe: è iniziato tutto da qui, scriveranno sugli striscioni, il nostro impegno è che finisca qui! Molte città, a partire da Olympia nello Stato di Washington, approveranno ordini del giorno comunali il 9 agosto per dichiarare il proprio territorio “Zona Libera da Armi Nucleari”.

    E con tutte queste iniziative l'Associazione Nazionale di Volontariato "Beati i costruttori di pace" stabilirà collegamenti con Hiroshima, con Nagasaki, con Los Alamos, con Parigi, con la Germania e con il Belgio. E per poter essere in ideale sintonia con tante e tanti che, in Italia, non potranno unirsi fisicamente alla campagna, alle 8.15 del 6 agosto e ancora alle 11 del 9 agosto. Troviamo un gesto che ci unisca, che ciascuno possa compiere nel luogo in cui si trova! I segni che contraddistinguono la Campagna Globale per la Messa al Bando delle Armi Nucleari sono la gru di Sadako e il girasole. E da noi, in Italia - ma ormai anche nel resto del mondo - la bandiera della pace.
    Nel comunicare la vostra adesione alle iniziative del 6 – 9 agosto 2005, l'Associazione "Beati i costruttori di pace" ha bisogno della vostra creatività: proponete l’idea di un gesto simbolico che possa essere condiviso da tutti e dovunque.

    Per adesioni e informazioni: [email protected] - tel. 049 8070522.


    Associazione Nazionale "Beati i costruttori di pace"
    Nasce nell'autunno del 1985, vent'anni dopo il Concilio Vaticano II, da un appello che esprime la convinzione che la pace è un obiettivo di fondamentale importanza e va perseguita da ciascuno nella vita di tutti i giorni, con un costante impegno in favore della giustizia, del disarmo e della salvaguardia del creato.
    Iscritta al Registro Regionale delle OO.VV. (L. Reg. Veneto n° 40/93) con D.P.G.R. n° 46 del 12/2/98 (N° Classificazione PD0331) Associata al Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite.


    "Beati i costruttori di pace"
    via Antonio da Tempo, n. 2
    35131 Padova
    Telefono: 049.807.0522 - 049.807.0699
    Fax: 049.807.0699
     
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  13. SpOOn^Man
     
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    Davvero un'intervista da brividi.
    Grazie Vincenzo.
     
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  14. Julia
     
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    Questo dimostra quanto le persone siano ancora troppo
    superficiali..e quanto si giudichi senza pensare..
     
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  15. Sold out
     
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    certo, la gente che si sposerà a fare se poi ci deve avere tutte stè tresche

    ma............ormai il matrimonio si fà per sport....
     
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987 replies since 15/7/2005, 18:14   18067 views
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