Quando i grandi del cinema ci lasciano

diamo l'estremo addio a chi ci ha dato tante emozioni...

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  1. NouvelleVague
     
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    L'attore americano di origine giapponese Pat Morita, 73 anni, che ebbe una nomination agli Oscar per The Karate Kid, è morto giovedì a Las Vegas, in Nevada. Lo ha annunciato ieri a Los Angeles sua moglie Evelyn, ricordando che l'attore, diventato famoso per il suo ruolo nel serial tv Happy Days, «ha dedicato tutta la sua vita alla carriera di attore e alla commedia».
    In Karate Kid, di cui, dopo il successo del primo episodio, uscirono altri due sequel, Morita interpretava un saggio maestro di arti marziali che istruiva il suo unico allievo con metodi tanto semplici quanto originali. Il ragazzo che, dopo aver subito i soprusi dei bulli della zona, accettava di sottoporsi agli allenamenti del maestro apprendeva la tecnica del karate come arte di pura difesa
     
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  2. NouvelleVague
     
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    Si è spento all'età di 81anni a Los Angeles il regista statunitense Rober Altman: lo ha annunciato la sua società di produzione. Il 5 marzo scorso aveva ricevuto un oscar alla carriera. Altman esordisce dietro la macchina da presa nei primi anni '50. La fama internazionale la ottiene nel 1970 con "Mash", grazie al quale si aggiudica la Palma d'Oro al Festival di Cannes.


    La causa della morte non è stata resa nota.Nato a Kansas City il 20 febbraio 1925, figlio di un assicuratore Altman ha frequentato l'accademia militare di Wentworth, prima di arruolarsi nel 1945 nell'aereonautica con la mansione di co-pilota. Ha partecipato ad oltre 50 bombardamenti aerei. Tornato dal fronte, nel 1947 ha frequentato la facoltà di ingegneria all'Università del Missouri. Una curiosità: prima di diventare regista il suo talento creativo lo dimostra nell'invenzione di una macchinetta per tatuare il codice di identificazione dei cani.

    Ha esordito dietro la macchina da presa nei primi anni '50. Per una decina d'anni si è dedicato principalmente a serie televisive. La fama internazionale la ottiene nel 1970 con Mash grazie al quale si aggiudica la Palma d'Oro al Festival di Cannes, a cui fa seguito nel 1975 con Nashville un altro successo di pubblico. Gli anni '90 segnano il ritorno di Altman che dirige pellicole di successo come I protagonisti (1992), America Oggi (1993 Leone d'Oro al Festival di Venezia), Pret a porter (1994, nel quale Marcello Mastroianni e Sofia Loren ripropongono la celebre scena del film "Ieri oggi e domani" di Vittorio De Sica), "Kansas City" (1996), "Conflitto di interessi" (1998, con Kenneth Branagh), "La fortuna di Cookie" (1999, con Glenn Close, Julianne Moore e Chris O'Donnell) e "Il Dottor T e le donne" (2000, con Richard Gere e Helen Hunt), "Gosford Park" (2001, giallo alla Agatha Christie ambientato nel giro dell'alta aristocrazia inglese). Nel 1996 riceve il Leone d'Oro alla Carriera alla Mostra del Cinema di Venezia e nel 2002 vince il Golden Globe come miglior regista per "Gosford Park". Il suo ultimo lavoro è Radio America, che uscirà entro l' anno: ricostruisce il mondo dietro le quinte di 'A Prairie Home Companion', uno dei piu' famosi programmi radiofonici degli Stati Uniti (realmente in onda dal 1974), che nella fiction cinematografica viene inaspettatamente cancellato. Nel cast, ancora una volta stellare, figurano Meryl Streep, Tommy Lee Jones, Lily Tomlin e Kevin Kline



    Come regista Altman ha sempre preferito storie che mostrano le relazioni esistenti tra diversi personaggi, dichiarando di essere più interessato nelle motivazioni dei personaggi piuttosto che alle trame intricate. Solo quest' anno, l' America si è decisa a premiare con un Oscar alla carriera Robert Altman, regista indipendente per antonomasia. Questo riconoscimento tardivo (''All Oscar ci tengo: è tutta pubblicità gratis'', aveva detto il regista) arrivava dopo che Altman aveva sfiorato per ben cinque volte la statuetta destinata alla regia senza mai ottenerla per altrettanti film che sono ormai delle pietre miliari del cinema americano.

    Ostile a Bush, irriverente con i potenti (si è addirittura vantato di aver fumato marijuana davanti a Blair), Altman non ha mai sposato i luoghi comuni del sogno americano. E tutte le sue scelte controcorrente le ha pagate di persona, con lunghi periodi di emarginazione. Altman non ha mai pensato di lasciare il lavoro, e a chi ha osato toccare questo tasto ha sempre risposto: ''Andare in pensione? stai parlando della morte, giusto?. Fare film - spiegava - è un modo per vivere tante vite''.

    (tgcom) :cry:
     
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  3. Bad_Mother_Fucker88
     
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    Un grandissimo. Un'altra persona che poteva fare a meno di scomparire per regalarci altri capolavori come Mash!
     
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  4. marsellus wallace
     
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    addio robert , cantore immenso di un cinema sopraffino... :cry: image
     
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  5. Zazzauser
     
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    Addio Robert... ci hai lasciato con un film meraviglioso, Radio America... guarda caso parlava di morte e di destino :cry:
     
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  6. davil89
     
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    mi ha lasciato veramente sconvolto questa notizia, così all'improvviso, cmq non lo scorderemo sicuramente, lui e i suoi film rimarrano sempre con noi
     
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  7. Hawthorne
     
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    tempo fa, vidi QUINTET di Altman. Devo rivederlo, soprattutto ora, dopo aver visto da poco Battle Royale. Non ricordo tutto, ma mi piacque e mi coinvolse tanto. E poi, che cast!
     
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  8. TightRopeWalker
     
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    Il cinema piange un grandissimo attore

    John Adam Belushi (Chicago, Illinois, 24 gennaio 1949 - 5 marzo 1982) è stato un popolare attore cinematografico e comico statunitense di origine albanese.

    Considerato all'epoca del suo debutto al Saturday Night Live come uno dei maggiori talenti comici statunitensi, è rimasto celebre soprattutto per i due film (ne girò in totale solamente 7 prima della prematura scomparsa) diretti da John Landis, Animal House (1978) e soprattutto The Blues Brothers (1980), nel quale recita accanto al grande amico Dan Aykroyd.


    R.I.P. :(
     
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  9. Zazzauser
     
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    Grandissimo Belushi...
    Nei blues brothers c'è anche un altro grande attore che oggi rimpiangiamo, John Candy (morto nel 1994...)
     
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  10. Hawthorne
     
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    R.I.P. caro John. Per sempre nel cuore, con Animal House e Chiamami Aquila. :rolleyes:
     
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  11. ikas
     
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    ROMA - E' morto il regista Luigi Comencini, all'età di 90 anni. Lo ha annunciato la famiglia, "dopo una lunga malattia sopportata con grande coraggio e discrezione".

    La camera ardente verrà allestita domani alla Casa del cinema a Porta Pinciana, a Roma. Successivamente si terranno i funerali, alle 14 nella chiesa valdese di piazza Cavour.

    Comencini, nato a Salò l'8 giugno 1916, è stato uno dei padri della commedia all'italiana, insieme a Risi, Monicelli e Scola. E di quello che è stato definito il neorealismo rosa. Ha diretto i più importanti attori italiani, come Vittorio de Sica e Gina Lollobrigida in Pane, amore e fantasia, del 1953, ma anche Sordi, Manfredi, Mastroianni, Tognazzi.

    Aveva cominciato, nel 1946, con Bambini in città e ha idealmente chiuso la carriera col remake di Marcellino pane e vino (1991) che cercava di restituire il piccolo santo cattolico a una dimensione laica e non lacrimosa. L'etichetta di "regista dei bambini" gli rimase sempre addosso, attraverso quasi tutte le fasi della sua carriera, da Proibito rubare (1948), La finestra sul Luna Park (1957), Incompreso (1967), Le avventure di Pinocchio (1972), Voltati Eugenio (1980), fino al Cuore per la tv del 1986.

    L'alternativa, per questo raffinato intellettuale lombardo, consisteva nel vedersi descritto come il campione di un cinema popolare che traduceva l'eredità del neorealismo in chiave ironica e addolcita con trionfi quali Pane amore e fantasia (1953, con il naturale seguito l'anno dopo) e commedie graffianti fra cui eccellono Tutti a casa (1960), lo sfortunato Senza sapere niente di lei (1969) e l'elegante La donna della domenica (1975).

    La sua biografia artistica però è ben più complessa. Laureato in architettura, amico di Alberto Lattuada, fece parte con quest'ultimo della rivista Corrente, fondata nel 1938 da Ernesto Treccani. La sua passione per il cinema risale a quegli anni e il corpo dei suoi scritti come critico si arricchì, nell'immediato dopoguerra, delle ficcanti recensioni scritte per L'avanti e per il settimanale Il Tempo.

    Intanto, aveva collaborato con suo fratello, Lattuada e Mario Ferrari per dar vita alla Cineteca Italiana di Milano, il primo archivio del nostro paese. Si trovò dietro la macchina da presa quasi per caso, alle prese con un documentario sull'infanzia delle borgate. "Non è che i bambini mi piacciano in modo speciale - spiegò molti anni dopo - E' che sono una specie a parte, generalmente indifesa e oppressa dagli adulti. Attraverso i loro occhi il mondo si vede meglio e nelle loro rabbie, gioie, anche egoismi, trovo spesso molta più schiettezza che negli adulti". Parole che sono un intento di poetica per la sua opera, tutta dedicata agli indifesi, agli sconfitti, alle donne, ai bambini appunto.
    Arrivato a Roma, gli toccò in sorte l'adattamento alla napoletana di un successo americano come La città dei ragazzi.

    Il suo talento si ritrova pienamente espresso nei due successivi melodrammi Persiane chiuse e La tratta delle bianche, a lungo osteggiati dalla critica ideologica dell'epoca. E fu questo ostracismo diffuso a spingerlo sulla via del buon cinema di consumo con la serie Pane, amore... seguita dalla Bella di Roma del 1955.

    "Io non sono un artista - ribatteva con forza a chi lo criticava - mi considero un buon artigiano e non è detto che il mio cinema non raggiunga per questo l'artisticità del risultato". Solo negli anni '70 la critica gli avrebbe reso merito, facilitata anche dal grande successo ottenuto in Francia e dalla rivalutazione della commedia all'italiana che con il suo Tutti a casa segna uno dei suoi momenti più alti. Lavoratore instancabile, burbero all'apparenza, curioso come i suoi occhi sempre in movimento dimostravano bene, ha vissuto da patriarca illuminato in una famiglia tutta di donne, favorendone con l'esempio l'inserimento in quel mondo del cinema che non aveva mai mitizzato. Negli ultimi anni della sua carriera ha tenuto a battesimo gli esordi nella regia delle figlie Francesca e Cristina.


    (www.repubblica.it)



    Che dire...
     
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  12. Zazzauser
     
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    Beh, aveva novantuno anni, era uno dei veterani del nostro cinema (insieme a Dino Risi e Monicelli, che hanno i suoi stessi anni).
    Prima o poi purtroppo tutti ci lasciano, ed il fatto che abbia chiuso i battenti oltre 15 anni fa vuol dire che era stanco...
     
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  13. TightRopeWalker
     
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    oggi riempiono la tv di suoi film come sempre
     
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  14. ikas
     
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    CITAZIONE (TightRopeWalker @ 7/4/2007, 16:30)
    oggi riempiono la tv di suoi film come sempre

    Bhe, devi dire che io ieri sera "Pane amore e fantasia" e "Pinocchio" li ho rivisti con molto piacere...
     
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  15. TightRopeWalker
     
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    ieri sera Pinocchio? stamattina vorrai dire...ne ho visto un pezzo dalle 5.15 fino alle 5.40 di stamattina...è sempre bello...davvero
     
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301 replies since 27/11/2005, 11:22   2918 views
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