Grind House - primavera 2007

Tarantino-Rodriguez, pulp in coppia
Il primo è il maestro riconosciuto del genere. L'altro è l'allievo prediletto. Insieme ripescano B movie e fumetti. Che nelle loro mani diventano d'autore. Indiscrezioni sui loro progetti segreti.

Ricordate la misteriosa valigetta di Pulp fiction che Vincent e Jules recuperavano per conto del loro boss Marsellus? Undici anni dopo ancora non sappiamo cosa ci fosse dentro, se non, dall'espressione di chiunque la aprisse, che doveva trattarsi di qualcosa di inaspettato e abbagliante.
Deve essere così anche il cassetto di Quentin Tarantino, un luogo inesplorato e apparentemente senza fondo, da cui lui ogni tanto, come l'illusionista dal cilindro con il coniglio, estrae a sorpresa qualche progetto. Lì dentro ci sono storie che si protraggono da anni, come la cosiddetta sceneggiatura continuamente interrotta intitolata Inglorious bastards, che lui ha annunciato due volte come «prossimo film»: dopo Jackie Brown e dopo Kill Bill (altro film a lungo in lista di attesa: 30 pagine di appunti scritti a mano giacevano sotto chiave dal 1994). Ora Inglorious bastards è di nuovo tornato nel cassetto, che il mondo si prepari a imparare dopo pulp un'altra parola di slang inglese: «grind house».
Sta a indicare quei cinemini a basso costo che proiettavano i cosiddetti exploitation film con una gran dose di sesso e violenza.
La grande stagione dei cinemini grind house fu tra il 1950 e il 1980, i film venivano proiettati a tre per volta (in Una vita al massimo, prima sceneggiatura venduta da Tarantino, e girata da Tony Scott, i protagonisti Clarence e Alabama si incontravano in una grind house che aveva in programma una maratona di film di Sonny Chiba).
Quei cinemini e quei tripli spettacoli sparirono per la bonifica delle zone metropolitane e le videocassette trasferirono filmetti e filmacci estremi nelle case.
Il prossimo film di Tarantino si intitolerà proprio Grind House e sarà un doppio spettacolo: un episodio lo scriverà e lo dirigerà da solo, l'altro lo lascerà al suo fratello di sangue Robert Rodriguez. Il suo s'intitola Death proof, quello dell'amico Planet terror. Li stanno scrivendo nella villa di Tarantino sulle colline di Hollywood, per poi girarli contemporaneamente nello studio di Rodriguez ad Austin, in Texas. Dopo aver abbozzato una scena grondante sangue o un dialogo «cazzuto», come amano definirli i due registi che hanno l'animo di due ragazzini.
«Il mio episodio appartiene al genere slasher, ma anziché un coltello l'operazione la compie una macchina; nel suo ci sono gli zombie, e potrebbe essere il più violento. Ma siccome non ho ancora finito di scrivere, non lo posso sapere» avvisa Tarantino. Però, alla maniera di Roger Corman, alcuni personaggi di un episodio finiranno nell'altro come fossero gli attori che stanno girando quel film. E per rendere enciclopedica l'esperienza nel mezzo ci sono i trailer di altri filmetti.
Tarantino ha già scritto la minisceneggiatura di un campione del genere sexploitation dall'improbabile titolo Cowgirls in Sweden. Vorrebbe dedicarsi anche ai pistoleri (spaghetti western), ai gangster neri (blaxploitation) e ai guerrieri dalle mani e dai piedi di pietra (kung-fu). Uno dei trailer di Rodriguez sarà un exploitation alla messicana con suo cugino Danny Treio.
Grind House dovrebbe essere nelle sale a marzo, prodotto dalla Weinstein Co., la nuova società dei fratelli Weinstein, che si sono appena separati da Disney. «Niente di più eccitante di un film con i nostri padrini» gongola Harvey, ricordando come fu Pulp fiction di Tarantino a lanciare la sua carriera produttiva mentre Spy kids di Rodriguez è stata la serie più lucrosa.
I condizionali usati finora nell'articolo vogliono essere una precauzione al fatto che con Tarantino non si sa mai: continua a sfornare idee, ma finché non va sul set non si può sapere che cosa girerà.
In ogni caso dentro il cassetto segreto c'è perfino un romanzo interrotto, ambientato nei Video archives, il videonoleggio di Manhattan Beach in cui il regista lavorò e poté raffinare la sua conoscenza dei B movie.
A Inglorious bastards lavora da talmente tanto tempo che la sceneggiatura ha superato le 500 pagine. Poi c'è il remake di un film italiano del 1977, Quel maledetto treno blindato di Enzo Girolami, alias Enzo G. Castellari. La summa del war movie, ambientato nel secondo conflitto mondiale. Già prenotato da tempo Michael Madsen, mentre per gli altri personaggi del gruppo si sono fatti i nomi di Mickey Rourke, Bruce Willis, Adam Sandler.
C'è ovviamente Kill Bill 3, di cui esistono due possibili versioni: un prequel che racconta la nascita della squadra di killer femminili (potrebbe diventare un film animato) e un sequel con le avventure della figlia della Sposa e di quella di Vernita Green, che nell'ultimo episodio erano due bambine.
Nel frattempo Tarantino sta piazzando il suo nome come produttore. Fra i film tarantinizzati: Daltry Calhoun, con Johnny Knoxville, il protagonista di Jackass che è nato nella sua città, Knoxville, Tennessee; l'horror Hostel, in cui appare il regista giapponese Takashi Miike; e Killshot, tratto da un romanzo di Elmore Leonard. Ancora: c'è un documentario sulla partita di pallanuoto delle Olimpiadi '56 fra l'Ungheria e l'Urss (Freedom's Fury).
Ma paradossalmente Tarantino dice che non vede l'ora di tornare sul set di Sin City 2 (dai fumetti di Frank Miller), con lo stesso ruolo di regista ospite che ha avuto nel primo. Stavolta la storia è basata sull'episodio Una donna per cui uccidere e torneranno Marv (Mickey Rourke), Dwight (Clive Owen), Gail (Rosario Dawson), Goldie e Wendy (Jaime King per entrambi), Miho (Devon Aoki), più un piccolo esercito di nuovi bulli & pupe.