cHIUDONO I BAR E LE PIAZZE.....ripartono i forum........

dite che vi annoiate

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    iena lattante

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    e non avete problemi di giga coi cell. BEh noi siamo qui........il resto sono solo SCUSE e di queste potete sempre trovarne tante. Pace e bene
     
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    iena lattante

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    ... ai tempi del coronavirus il bello di poter scrivere in un forum free oramai deserto, ucciso un po dalla malavoglia e pigrizia, e un po da facebook,
    è che puoi dare libero sfogo alla fantasia senza paletti, in un dialogo platonico che soddisfa chi scrive senza bisogno di essere urtati o urtare nessuno, parole al vento che vanno nel vento sentendo la brezza arrivare solitaria e portandosele via senza nessun pulviscolo fall out. oramai oggi 30 marzo 2020 siamo al giorno 40 dell'apocalisse e non si vede ancora la fine del tunnel e l'arrivo del sole. non c'è nessun motivo vero e valido per accettare questa vita sospesa senza senso e senza logica, in un intercorrere alle azioni cercando la sera sperando di non rimanere senza respiro al mattino. ci muoviamo come zombie aspettando di non dover prendere il termometro per il bollore appena arrivato con l'ansia che sale, la mia giornata si svolge in questa maniera :

    - sveglia all'orario libero ... tanto non ci sono orari ...
    - colazione con nutella e pane tagliato di soia, prima non la toccavo neppure adesso ...chi se fotte, se arriva il mostro vorrei farmi trovare satollo
    - pulizia generale della casa , circondato da gatti e cavia, di vedere film e telefilm non mi va oramai più ...
    - lettura di qualche fumetto, roba leggera senza peso specifico, il cervello non ha bisogno di lavorare troppo perchè poi prende forma la sacra corona covidita
    - evitare i telegiornali e i talk show a tema covid (mi manca pure uomini e donne programma decerebrato che mai avrei seguito ...) per non diventare ICAP (il cervello a prostituirsi) e sentire solo borrelli alle 18
    - il pomeriggio fare qualche piccolo tutorial di ginnastica, che non rende un ca**o ma distrae ...
    - poi c'è verso le 15, qualche volta al mattino se la giornata è calda, sia mai di prendere la bronchite con ansia e pensieri, un giretto nel mio giardino condominiale, denominato "le maldive varazziane" dove incontro le mie amiche piastrelle, tutte contate, alle più belle ho anche dato un nome, incontro il coniglietto del mio vicino cercando di capire se mi può portare in un mondo incantato lontano da queste brutture, ma non è bianco e non ha un orologio, saluto le 2 tortore che hanno fatto il nido e che ogni tanto mi sembra possano aver fatto il segno dell'ombrello, tanto a loro del covid poco frega; in quel giardinetto anonimo cerco con la fantasia mentre muovo le gambe e agito le braccia con magari qualche pesino cercando sogni impossibili, chimere e fuochi fatui, il fatto di andare a lavorare nel mio ufficio piccolo angusto e monotono, stringere qualche mano, passare per l'edicola, prendere la metropolitana per andare in via marghera al bonelli point, andare in palestra a fare corsi fitness e poi tornare a casa magari dopo un salto al cinema e andare a letto senza ansiolitici e sonniferi. Miseria che sogni ... che voglie irrealizzabili... che desideri nascosti ... certo è volere troppo, troppo tanto, vola basso, fly down.
    - il bello e gioioso sono le conversazioni rigorosamente web con amici e amiche, dove tra il serio e il faceto ci si fa forza e coraggio, si sorride e si scoprono verità e lati nascosti piacevoli di persone fino ad ora poco considerate un tassello dell'esistenza quotidiana del tran tran ora agognato e dello ieri in più e del domani in meno,vero baluardo del sentimento dell'essere insieme, uniti e ancora presenti in una società sospesa, in questa realtà frammentata e chiusa in scatole che sono le nostre case, santuari baluardo contro l'orribile mostro silente che ghermisce e spegne i polmoni, che ti fa fare 4 passi come se fossero una maratona. Non dimenticherò mai lo voglia il cielo questi spicchi di umanità che scaldano il cuore e rinvigoriscono il cervello dandogli un peso e una misura più forte verso l'orribile prova che stiamo per affrontare. Grazie amici e amiche tutti per esserci, io per voi, voi per me.
    - dopo aver passato il tempo a riscoprire le bellezze del mio giardino condominiale verso le 18,00 si sale, si ascolta il comunicato della protezione civile e dopo l'ennesimo sussulto di gioia o dolore si consuma un frugale pasto, non c'è grande appetito, l'attività ex-frenetica non porta al consumo di calorie. Contrariamente a tanti e cosa per me del tutto inaspettata, a parte i contatti social, non mi dedico ai miei adorati film e telefilms di cui ho una sorta di repulsione, ma a giocare a scacchi via web, e all'impulso irrefrenabile di scrivere come se la tastiera si dovesse consumare ora. Le parole corrono senza freno, escono cose stupide, cose assurde, in questo senso si raggiunge la catarsi dell'estraniarsi dal pensiero, come se mani e tasti oramai siano una unica propaggine sintomatica di un orrore da schiacciare, e più schiacci più gli fai male e ti sembra di spaccare ogni singola punta della corona dalla sua testa tonda vigliacca.
    - Dopo il delirio di parole arriva la sera inoltrata, e con la pastiglia oramai indispensabile per riposare menti corpi e pensieri sfibranti ci si avvolge nel letto, con un pensiero fisso che ci dice, l'oggi passato non è nessuna sicurezza per il domani, ma almeno l'oggi è passato. In tempi di coronavirus è già qualcosa di importante, per la vita vera questo è il traghetto. Auguriamoci che il percorso del fiume non sia un lungo cuore di tenebra e che ci sia la luce pronta a ridarci quella vita che oggi al giorno 40 dell'apocalisse ci è stata privata bruscamente, vigliaccamente e senza preavviso.

    cronache dalla zona rossa , 30/03/2020

    Edited by marsellus wallaces - 5/4/2020, 15:22
     
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    iena lattante

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    Cribbio giornata full...roba da invidiati! È tempo di riscoprire noi stessi e pure...vecchie passioni. Resisti capo, so che ti mancano le Zagor uscite ma vedo che comunque sei immerso nella Cultura.lode a te! Un grande, sempre e ovunque
     
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    cronache dalla zona rossa 02/04/2020 parte 2

    Evviva ! Domani siamo liberi da questo flagello assurdo, è il 3 aprile domani, liberiiiiii ! di tornare a lavorare (Oddio, mai e poi mai pensavo di desiderarlo tanto) di andare in edicola, di fare fare fare fare fare. Ah no, non è cambiato nulla, appare il nostro presidente del consiglio e ci dice che va tutto bene ma dobbiamo resistere fino a Pasquetta compresa senza nessuna sicurezza di questa ulteriore data per poi iniziare una convivenza forzata con il mostro ... con mascherine si spera saranno disponibili anche al supermercato, con la distanza di un metro, con delle super addette del pulito mega-germofobe che armate di litri e litri di alcool puliranno qualunque gocciolina esca da uno starnuto o una tossita, e con gli ospedali oramai fuori pressione dall'emergenza cureranno gli ammalati di covid al manifestarsi di una febbre al 37,1 mettendo a disposizione un reparto specializzato con vista sui pazienti "Normali", visto che oramai un reparto oncologico rispetto a un reparto covid sembra di dover confrontare le Maldive con Pietra Ligure, della cosa che è la causa principale di morte nel mondo fino a ieri sembra non preoccupare più nessuno e non ne parla più nessuno, se non beffardamente per dire "Non si muore di Covid ma con il covid", una fesseria assoluta dato che se non ci fosse la pandemia molti "Co-morbidi" (ma che termini vi inventate?) sarebbero ancora in vita e con una speranza. Saremo ai concerti con le mascherine con il prato a segnare i posti distanziati, Vasco canterà con la mascherina "Voglio una vita svirussata", si andrà a musei e a scuola con i quadri e lavagne a distanza che non si potranno vedere perchè uno starnuto potrà far intervenire in automatico un gruppo di superspecializzandi vestiti come Dustin Hoffman in Virus letale, sia mai che la Gioconda diventi pure lei covid.
    Onestamente io carissimo presidente del consiglio non so cosa possa voler dire convivere con il mostro, significa che anche la cosa più semplice come un abbraccio o una stretta di mano non potrà comunque essere fatta, un corso fitness in palestra con mascherina non lo immagino neppure, vietati poi gli esercizi a due, un ballo come la salsa o la bachata o un più semplice lento da fare con tuta anticontagio, un film al cinema vorrebbe dire dimezzare le poltrone schermando con dei pannelli un posto con un altro, per non parlare di gestire degli asili, delle scuole, i parchetti dei bimbi faticosamente custoditi e anche il giretto in bicicletta con i figli sul sellino. Niente più scene alla Vacanze romane con due persone sullo scooter, io e mia moglie in macchina saremo come un taxi, io guido davanti e lei dietro seduta. Di bello ci sarà che aumenteranno le adozioni canine per scusa di poter fare un giretto, ma anche vero che molti oramai dicono che un cane ha più diritti di un bambino.
    Nella mia mente oramai in preda a fumi pop di un lsd mai aspirato piena dei miasmi collaterali di 42 giorni di reclusione forzata dove ho perso contatto anche con le cose più semplici come se non fossero mai esistiti ("Ehi ci troviamo a casa mia o tua stasera a vedere il film?" "Ah no ognuno a casa propria"), caro presidente non riesco proprio a vedere questa fase 2 se mai ci sarà, la fase 3 poi da lei paventata con l'arrivo del vaccino che oramai potrebbe scatenare guerre per poterlo avere una chimera, la convivenza sarà solo un prolungamento della sofferenza perchè anche il minimo errore, il minimo gesto d'affetto, il minimo tocco al viso o agli occhi, il minimo di tutto potrebbe coincidere con un contatore di 14 giorni del terrore dove nel frattempo diventeremo dipendenti degli ansiolitici, in glicemia alta per il consumo compulsivo di zuccheri, appesantiti e imbruttiti nel corpo e nello spirito, in litigio con tutto e tutti perchè stiamo vivendo la peggiore delle condanne, il cosiddetto distanziamento sociale dopo che da sempre si è predicato l'avvicinamento è il danno collaterale più vigliacco che questo mostro poteva creare. Che razza di fase 2 è questa ? A me sembra solo un allungamento del cappio del condannato, d'accordo che non è colpa sua o di altri e non si può fare altrimenti, ma vorremmo almeno che non ci fossero delle cose e parole a noi italiani tanto provati che sembrano più una presa in giro per dare qualche speranza. Al 13 aprile sfuggendo alle pallottole che il mostro spara in maniera democratica a tutti, destra e sinistra e centro, saranno 53 giorni dall'apocalisse, onestamente non so neppure capire come si possa resistere ad arrivarci, mi perdoni e la prego di sconfessarmi con gogna pubblica se serve ma io la convivenza con certe cose davvero non posso neppure pensarla, convivere vuol dire anche sopportarsi e capirsi, qui le leggi le detta solo quell'inquilino indesiderato in maniera del tutto dittatoriale.

    02/04/2020 cronache dalla zona rossa di Signorelli Pietro

    Edited by marsellus wallaces - 5/4/2020, 19:55
     
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    iena lattante

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    03/04/2020 CRONACHE dalla zona rossa

    mi sveglio ... ore 2,30 ... solo le 2,30 ... deve ancora passare la notte e deve arrivare un altro giorno ... un altro inutile giorno verso non si sa che cosa ... la fine del tunnel sempre più lontana ... e oggi è venerdì ed è anche il giorno più difficile della quarantena, uno di quei giorni dove Freddy Krueger di Nightmare fa paura come Paperino, dove Jason ha la stessa capacità di intimorirmi di Pluto. In questi distopici giorni, continuo a pensare di essere in una realtà distopica e non nella vita vera, giorni di quarantena (siamo nel diario di bordo all'Apocalisse nr 43 o 44 ... ormai che conta) il venerdì risulta essere il giorno del giudizio, quello dove si materializza la paura vera, e il sangue ribolle di ansia e verrebbe voglia di dire che forse non è il caso di continuare con questa orribile pietanza di degustazione della non vita. Venerdì ... il giorno deputato e imputato.
    D'altronde mi rigiro nel letto, devo attendere almeno le ore 9 del mattino per affrontare l'impegno che mi attende al varco. La notte passa come passa, tra alti e bassi, più bassi che alti, e l'orologio ticchetta inesorabile fino all'orario che divide vita e morte. Tic toc.
    Alla fine l'orario arriva. E metto l'armatura necessaria per la battaglia.
    Guanti ... check.
    Mascherina ... check.
    Occhiali ... check.
    Scarpe esterne rigorosamente fuori di casa ... check.
    Detergente mini da mano ... check.
    Saluto gatti, cavia e moglie. Non credo neppure che mi riconoscano così bardato ma fa nulla, è importante salutare. Raggiungo la mia auto, a km zero oramai, prima l'ho portata a 217.000 adesso non ricordo neppure l'ultimo gasolio. Mi avvicino alla destinazione, nella spettrale solitudine del nulla incomincio a vedere la lunga fila di tapini come me che ha deputato il venerdì per la missione sopravvivenza. Non ricordavo neppure che il luogo tanto temuto fosse così lungo da ospitare questa messe di persone in diaspora dalle case baluardo, una fila della dannazione che porta solo al verificarsi dell'atto necessario costrette a vivere in questa bolla insapore e inodore. Facce scure, imbruttite, con poca voglia di parlare, perse nel loro smartphone diventato oramai parte integrante del corpo umano, tutti in fila guardando oltre, poco riconoscibili oltre la mascherina e le bardature.
    Giovani, anziani, medio-età, tutti riuniti sotto una unica egida, l'obbligo della vita.
    E' una bella giornata, beffardamente c'è il sole , l'aria limpida, il cielo azzurro, sembra di vedere le caprette che ti fanno "ciao", la natura ribolle di gioia mentre l'uomo vive di tristezza e malinconia, sembra che passerotti e tortore rivendichino la loro serenità incuranti dei grandi problemi del mondo. Mi accodo dopo aver lasciato la sicurezza della mia auto all'ultimo della fila, che ovviamente non mi guarda e non mi nota, come io non noto chi sta venendo dietro a me. Sembriamo tanti pinguini imperatore che invece di andare in cerchio vanno in fila indiana.
    Ora comincia la dispiegazione tattica dei dispositivi di sopravvivenza, con il mini detergente pulisco l'asta del carrello, con le mani guantate afferro i lati debitamente disinfettati. La mascherina raccoglie il mio respiro e me lo ritorna sugli occhiali, si appanna tutto, non vedo più nulla, non ho i tergicristalli sugli occhiali, ho il terrore di toccarli con i guanti sporchi, invoco il casco di Ripley e vedo solo alieni di fronte a me. In un camminare lento e soporifero quanto angosciante ci avviciniamo all'ingresso della caverna delle necessità, un alieno mi indica di poter entrare, è il mio turno, un altro mi posa uno scanner sulla fronte. Sussulto, oddio, che succede se si fissa a 37,5 ? Vedo già gli umani che raccolsero ET venire da me per mettermi in un contenitore bio-organico ad alto contenimento e portarmi in qualche laboratorio. No, lo scanner è verde, 36,2, per ora potrò ancora espletare questa missione per la famiglia.
    Entro, la lista viene percorsa, controllo che gli altri tapini siano a debita distanza, muovo le ruote del carrello con ansia, e se si bloccano e qualcuno nello slancio di prendere una melanzana arriva a meno di un metro da me ? Terrore puro.
    Le cose da prendere sono tante, io che non facevo la spesa neppure sotto tortura e ci pensava solo la moglie, bisogna che tutto basti fino a venerdì prossimo, ed ecco che si passa dalla verdura per la cavietta e per il cibo dei gatti e a tutto il resto, compresa la nutella mai mangiata da tempi immemori. L'ansia sale, se arriva il brutalone del controllo scanner non sono sicuro che il 36,2 sia ancora valido. Reparto dopo reparto freno, accellero, controllo la posizione degli altri, vorrei avere anche il controllo radio stile formula 1 per scegliere il percorso migliore. Devo vivere per la mia famiglia e i miei animali, non posso fallire.
    Il carrello pesa quintali, appesantito dal peso della merce e della mia ansia, ed ecco che arrivo finalmente alla bandiera a scacchi della cassa. Ancora in coda ... ancora in fila ... non è finita. Davanti sembriamo un triello messicano di sfida per non lasciare i prodotti sul carrello, veloce, veloce, rapido, mettiamo tutto sul nastro trasportatore, ognuno vuole solo finire e uscire per arrivare alle mura domestiche torre d'avorio.
    Tiro fuori il bancomat (i contanti ? eresia, e se il resto è contaminato?), spero di non sbagliare il codice, spero che non sia smagnetizzato, spero che in quel momento Thor non perda il controllo del suo martello che impazzito entra e mi spezza il prezioso artefatto pagatorio. Tutto bene, ultimo sussulto, si vede la luce. Ma non si può perdere il controllo, non si può allentare la tensione, c'è anche il tempo di trasferimento della merce in auto, qualcuno potrebbe rubartela o avvicinarsi troppo nel parcheggiare. Alta la guardia, feroce lo sguardo. Carico!
    Entro in auto, sospiro nel sudario che è la mia faccia. Arrivo a casa, guardo felice mia moglie con lo sguardo da sopravvissuto, per una settimana non ci sarà un nuovo pericolo da affrontare e tolto tutto con cura i dispositivi mi accascio stremato sul divano nel conforto dei mici grati della pappa giunta, in attesa di una doccia decontaminante e di un pomeriggio rinchiuso ad aspettare domani.
    Ho fatto la spesa, missione compiuta ai tempi del coronavirus.

    Edited by marsellus wallaces - 5/4/2020, 19:57
     
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    04/04/2020 cronache dalla zona rossa

    Oggi è sabato (non che cambi molto, oramai ogni giorno è uguale) c'è un sole piacevole ma purtroppo c'è anche freddino e l'aria potrebbe essere portatrice di una piccola bronchite con febbre e tosse, in questi giorni anche questi figli di un virus minore fanno paura perchè non si sa se a farti sgradita visita è arrivato il fratellone o la sorellina, in mezzo ci si mettono sudori freddi di ansia e magari un pastiglietto, poi vedere che numeri sono da chiamare, il dottore di famiglia come primo baluardo, il numero 1500 per i consigli step 2, 800894545 (lombardia) per vedere se siamo borderline, 112 se ci sentiamo in condizioni talmente disperate che facciamo anche il clic invia sulla mail preparata per i parenti perchè non si sa mai.
    Ma è sabato, miseria, sto coso manco i week end si prende ? Lavora sodo tutto il giorno potrebbe prendere una vacanza, di circa 2000 o 3000 anni per esempio, vai in pensione e goditela al di fuori dei nostri polmoni. La giornata dopo una notte dove il sonno è un bene infinito e prezioso, comincia un sabato da leoni. Fatti i dovuti check del mattino (temperatura, respiri profondi per misurare l'aria se entra, i più fortunati il controllo con saturimetro dell'ossigeno nel sangue) ci si alza e si guarda all'ennesima giornata di quarantena con la voglia di fare qualcosa ... che mi invento oggi ? Ho pulito l'inverosimile, ho letto l'inverosimile, ho riordinato l'inverosimile, sto vivendo l'inverosimile. Devo fare l'inverosimile, devo restare a casa. Io sono fortunato, ho un appartamento di 110 mq balconi compresi, da vivere con i miei animali e la moglie, almeno lo spazio non ci manca, peccato che si viene a scoprire che lo spazio alla fine rimane sempre troppo uguale, troppo identico, i piedi vanno sui quadrati del parquet in maniera sempre uguale quasi che ci fosse una linea invisibile che li comanda a binario.
    L'unica cosa che cambia al giorno 44 o che sia dell'apocalisse (ma basta contarli, non sapendo la cifra finale l'intermedio rimarcato è solo pedante ripetizione) è che non manca la fantasia del dopo. Sono diventato una sorta di maga che legge il futuro, potrei fabbricare con una vecchia boccia del pesce la sfera di cristallo, un costume di carnevale e qualche foulard sarei un mago del futuro perfetto. Con le amiche e amici che sento grazie alla tecnologia ho già un elenco di magliette post covid-19 da ordinare, biglietti del treno per viaggiare a trovare quanti più amici di quarantena con cui ci siamo scaldati il cuore e la mente a vicenda, soldi già via per partecipare agli incontri delle fiere rimandati di questa funerea primavera, prenotare il giro in bicicletta nel cuore dell'europa, comprare una tuta spaziale ... non ho mai avuto tanti progetti in testa come adesso.
    Ribollo di voglia di fare, costruire e creare, non vedo l'ora di prendere la metropolitana e urlare a squarciagola in piazza Duomo, ho già un elenco di ristoranti dove organizzare i ritrovi con disegnatori, scrittori, bohemians di tutti i tipi che magari non vedo da anni recuperati invitati e ritrovati per l'occasione. Inverosimile, la parola che oramai mi frulla nella testa. Passo nella costrizione più assoluta le giornate, come del resto voi, e intanto il mio cervello ha aneliti proibiti di libertà per raggiungere vette degne di Messner, e nelle notti di sonno oramai gli incubi sono diventati dei bellissimi sogni.
    Stanotte ho sognato di essere a Rimini Wellness (ovviamente spazzato via anche lui quest'anno) con gli amici e organizzavamo challenge di spinning e total body, ieri ho sognato di essere al museo egizio di Torino con una cara amica passando anche dal museo del cinema, dove io con la mia "ridottissima logorrea" illustravo con gioia tutto il mondo che da 45 anni governa la mia vita dai tempi in cui il mio povero papà con la scusa di portarmi in giro mi faceva vedere i western spaghetti di leone, la pazienza infinita e dolcezza di lei poi la portava a capire che ogni persona ha un dono e la prossima volta sarà lei a donare qualche altra passione da trasmettere, avulsa o meno che sia dalla vita dell'interlocutore, nella emozione e gioia di conoscere mai priva di fascino e sorpresa. E altre cose, nelle notti convulse scorse ho sognato anche di organizzare un corso di step in camera mia con gli istruttori, ho sognato di rivedere la mia amatissima romagna terra di grandi registi e pensatori, di assaporare mare e sapori di Puglia dai miei amici che avevano la preoccupazione che non mangiassi abbastanza servendomi piatti prelibati.
    Di notte non si sa perchè tutto si muove come se fosse una seconda vita, la genesi del cervello che rifiuta il giorno sporco e cattivo è passato a dare all'inconscio la vita che ci è stata tolta e che ci sarà ridata chissà quando. Si vivono le giornate al contrario, in una sorta di ribaltamento e sconvolgimento dei ritmi. Dopo l'inizio in cui l'incubo di non riaverle ti portava a sognare le cose più folli, ora il fatto che siano sempre più lontane in questa vita sospesa da giano bifronte sia nel passato che nel futuro te le regala in una maniera nuova e inaspettata.
    Però, per cortesia, adorati sogni miei, vi prego fatemi trovare al più presto Dante e Virgilio che escono dalla Giudecca e mi diranno "E quindi uscimmo a riveder le stelle".

    cronache dalla zona rossa 4 aprile 2020

    Edited by marsellus wallaces - 6/4/2020, 00:52
     
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    05/04/2020 cronache dalla zona rossa

    E'stata davvero una bella giornata ... ieri ... non potrei d'altronde parlarvi al passato dell'oggi. Dopo una intensa dormita, una giornata piena di soddisfazioni piccole che oramai sono diventate immense, con il bollettino delle 18,00 che ha dato i primi spiragli della luce alla fine del tunnel per chi ci arriverà sopravvivendo, ho detto, brutto bastardo oggi hai mollato la presa un poco.
    Stavo apprestandomi a trascorrere l'ennesima notte da sopravvissuto in questa selva oscura, con un ottimismo oramai rinforzato, quando improvvisamente cala la mannaia del mostro che ride beffardo peggio di IT e mi bussa alla spalla ... "cucù, ti ricordi che sono ancora quaggiu'?" sembra entrarmi nelle orecchie questa cantilena paurosa e ossessiva.
    Con uno scarno comunicato ma quanto mai preciso, la casa di riposo dove mia madre novantaduenne dal 2012 trascorre la sua vecchiaia tra cure amorevoli per quanto costose, mi fa sapere che il CoronaVIrus Disease 19, o malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2, è purtroppo entrato nella RSA (Residenza socio assistenziale, il termine ospizio o casa di riposo non è più idoneo) con effetti devastanti facendo ammalare numerosi operatori sanitari di sintomi febbrili e anche molti ospiti che come sappiamo corrono un rischio immenso per la loro fragilità. Due sono per ora i casi conclamati, 1 operatore e una anziana ospite, ma nulla può far presagire che all'interno di quelle mura blindate si stia scatenando un vero inferno in terra con una catena di contagio veloce da Formula 1, coinvolgendo assistiti e assistenti. E la mamma? Non è dato sapere per ora, il gran putiferio che si sta scatenando ovviamente non può anche presagire una informazione capillare ai parenti, tutti temono per la loro salute e si stanno prodigando per gli altri, non mi viene neanche per il cervello di chiedere e pretendere a chi da la vita per la vita. Ma il pensiero della mamma è davvero oltre il senso del disagio, poveretta, come sarà smarrita, capirà che cosa succede e perchè non può chiacchierare con la signora Lorella? Cucire i suoi piccoli lavoretti che nonostante l'artrite e le mani dalla pelle incartapecorita riesce a fare? E anche tutte le altre che più o meno consapevoli salutavo e dicevo una parola, dove saranno?
    Quando Borrelli e gli altri dicono quasi rassicuranti "Morti in età anziana con patologie pregresse" non possono certo citare volti, sensazioni, storie, parole, occhi imploranti e labbra secche che chiedono un sorriso e fino a ieri avevano scritto la storia dell'Italia con periodi ben più felici di questo dove l'entusiasmo della caramella in più era una festa.
    In questo momento lo ieri diventato oggi sembra non avere più ricordo di una bella giornata tra le tante tristi ai tempi del coronavirus, lo smarrimento è totale, le domande molteplici, le azioni da fare zero. La cosa peggiore, potessi muovermi, fare, prendere, portare, invece non posso far altro che attendere una telefonata che non arriva mai per farmi sapere se mamma "Cechina" ha contratto il virus, come sta, se potrò rivederla per darle un saluto e non dovrò soltanto riceverne le ceneri per metterle accanto a quelle di mio padre serenamente deceduto nel 2013 anche lui in lunga esistenza, in un addio postumo privo di Caronte ma che trova solo Ade. Davvero uno scherzo beffardo del destino mi stai giocando brutto mostro bastardo, mi hai regalato una giornata serena con un piccolo ritorno alla vita per poi darmi una terribile scure tra capo e collo, mi hai preso tanto e hai sparato colpi mortali intorno risparmiandomi non so per quale ragione, mi hai tolto troppo tra conoscenti e residenti del mio comune, ma che tu potessi anche prendermi per il sedere e sberleffarmi con una pernacchia mi sembra davvero oltre, ti credevo un entità superiore che aldilà della crudeltà dei risultati del tuo esistere non avessi emozioni e compiessi, compiendo le tue azioni asettico senza gioia e senza soddisfazione, ma a quanto pare purtroppo la tua filosofia del distruggere comprende anche un senso dell'humor nero che davvero non ti si confà. Se devi fare quello che devi fare fallo ma ti prego lasciaci almeno la dignità di combatterti non ad armi pari perchè sei troppo potente ma con un po' di dignità. Se devi prendermi prendimi senza tanti giri di valzer perchè è davvero difficile pensare di ballare con chi ti spara alla schiena.

    cronache della zona rossa, ore 15,07 , della mamma non so ancora nulla e scommetto che pure te la ridi

    Edited by marsellus wallaces - 6/4/2020, 00:53
     
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    06/04/2020 cronache dalla zona rossa, la fase forse

    Oggi dovrei raccontarvi di quanto e come la giornata di ieri abbia trasmesso le propaggini di preoccupazione su oggi, ma non è il caso di continuare a proporre disastrosi bollettini di catastrofe, per quello avete già le ore 18,00. Per i miei 25 lettori delle cronache (non oso superare il Manzoni, già pareggiarlo è un ottimo risultato) oggi vorrei evitare accadimenti e sconvolgimenti della vita, ma concentrarci soprattutto sul passato, congelando la situazione quando al 19 febbraio 2020 avevamo ancora una vita vera e non una simil esistenza. Il paragone tra il prima e il dopo di fatto non ha poi molta attinenza sull'esistenza odierna, in quanto il cervello umano tende a dimenticare velocemente per autoconservazione e si concentra sull'adesso dove è necessario più che mai andare avanti. Prima della fatal data, la mia vita si svolgeva con ritmi serrati tra varie occupazioni, un lavoro fisso stabile in una bella azienda per quanto il lavoro in se stesso non mi esalti, una voglia di organizzare eventi infinita, letture di fumetti, visione di film e telefilm a valanga, un amore per i gatti e le caviette e i roditori e animali in generale, amicizie, tante tante cose varie cercando il sonno da ridurre per poter far tutto, considerando il tempo necessario al ristoro nel letto quasi uno spreco perchè si poteva fare ben altro. Il giorno finiva frenetico, ricominciava frenetico, viveva frenetico. Che bello chiudere gli occhi sulla giornata trascorsa in piena soddisfazione personale, era una panacea assoluta. Ogni volta che sentivo qualche amico o conoscente, la telefonata andava a finire con la frase "Ti lascio perchè devo fare una cosa", poi iniziavo qualcosa e mandavo un messaggio veloce per dire "Tutto pronto per fare quest'altro? Ho 3 spettacoli da vedere al cinema poi vedo di arrivare".
    Caleidoscopio e turbinio, si vedeva decisamente quanto un corpo in salute (non dimentichiamo il mio folle ossessivo bisogno di movimento in palestra) potesse dare come resa, dopo una vita a non fumare, non bere caffè, non bere vino e dedicarsi a una alimentazione piuttosto regolata. Tutte cose che mi facevano dire, ottimo Pietro, si fa così.
    Ora dalla fase del sicuro sono passato alla fase del forse, con la vita tutta rallentata (azzerata) sembra che tutti gli sforzi fatti precedentemente siano stati solo una privazione piuttosto che una scelta e binario di trovare la giusta regolamentazione. Cavolo, se avessi fumato e avuto qualche vizio in più in previsione sarebbe stato meno foriero di domande tra virtù e privazione.
    In questa fase del forse dove la frenesia è praticamente inesistente, i messaggi e le conversazioni che prima erano frettolose e buttate un po lì come se fossimo dei maestri della vecchia stenografia sono diventate lo scaldacuore dell'esistenza e vengono svolte come un bene prezioso per sentirci vicini seppur lontani, darci coraggio e forza per affrontare la giornata facendola passare con meno pesantezza.
    D'altronde in questa fase del forse l'unica sicurezza è il calore degli affetti e la vicinanza delle persone, abbiamo riscoperto quanto sia bello e importante sentire la salute, il sentore del sentimento e riunirci senza riunirci, dove anche la parola più semplice sembra rugiada rosolio dell'esistenza. In fondo la fase del forse ha trovato una sicurezza assoluta, in un futuro speriamo non troppo lontano facciamo di tutto perchè questo tesoro non si perda.

    Edited by marsellus wallaces - 6/4/2020, 21:02
     
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    iena lattante

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    Miiii leggo solo ora Mars ho i brividi lungo la schiena
     
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    iena lattante

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    Resto in attesa di notizie. La mamma è sempre la mamma e l angoscia è così grande che diventa ingestibile. Quasi si nega .. dolore troppo grosso e devastante
     
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    iena lattante

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    cronache dalla zona rossa - 07/05/2020

    buongiorno miei 25 lettori
    non avete avuto altre notizie dalla zona rossa dall'ormai lontano 6 aprile perché incredibile a dirsi anche la pandemia diventa ... noiosa.
    Ovviamente non noiosa in quanto il mostro ha perso importanza e non vive (purtroppo) ancora tra di noi anche oggi che siamo nella fase 2, ma noiosa perché l'angoscia si assomma all'angoscia in giorni sempre uguali in procedure immobili finché non succede qualcosa d'altro, e onestamente vivere di noia del terrore nei racconti lugubri e foschi di uno scribacchino che cerca di scacciare la scimmia sulla spalla con la comunicazione che però deve dare anche beneficio.
    Oggi ha senso raccontare qualcosa, adesso si ha un po più di libertà, teoricamente non tantissima ma se hai solo un picciolo quando possiedi una mela ti senti un re, ma si può uscire con i dispositivi, si può andare in bicicletta (il paradiso!) e con qualche accortezza queste giornate dove molti sono cassa integrati a casa, o peggio non hanno più un lavoro o attendono altre fasi per riaprire, si trascorrono potendo vedere il mondo esterno aiutati anche da giornate che invitano ad uscire.
    Rivedere il mondo esterno aprendo il cancello che mi ha confinato in giardino (le famose "Maldive") durante le giornate assurde vissute tra pillole e tg forieri di terrore, allenamenti improvvisati con attrezzi fantozziani, mi ha colpito come il martello di Thor durante il Ragnarok.
    Ero un po' perso onestamente, mi sentivo come Robert De Niro/Noodles che usciva di prigione ma non trovava nessun amico ad accoglierlo con regalo di benvenuto, non c'era nessuna possibilità di andare da un conoscente vicino o lontano a trovarlo, i congiunti per ora è meglio non rischiare, la mamma (Ndr:sta meglio, il mostro l'ha graziata) non se ne parla neppure. Dicevo, vado solitario in un mondo vecchio che mi accoglierà in maniera nuova. Mi sono sentito dietro la mia mascherina sui pedali come Will Smith in "Io sono leggenda" con la differenza che non ho un cane e comunque per quanto siano come assenti per me esistono anche altri esseri umani che vagano per le loro cose nel viatico della strada.
    Mi è venuto in mente anche "L'ultimo uomo sulla terra" senza essere obbligato come Vincent Price a impalare nessuno, e con il pensiero del vaccino da cercare personalmente come nel film, ma più che altro mi è venuto in mente che davvero in questa fase 2 è come se fossimo ancora soli.
    A parte la mancanza delle attività che ora sembrano follia, concerti, stadi e altro come manifestazioni di cinema e fumetti, non posso avvicinarmi a nessuno, abbracciare nessuno, visitare nessuno. La fase 2 in pratica è una fase 1 itinerante con protezioni, certo forse 17 di voi diranno meglio di una fase rinchiusa, ma in fondo siamo a livello di poter dire che contro il volerci credere al meglio è meglio crederci anche se non è vero.
    Oltretutto nei miei viaggi in bicicletta oltre che non interagibili gli altri si stanno dimostrando pericolosi, con comportamenti poco rispettosi di distanze e cose che sappiamo bene. Probabilmente il mio animo da Sheldon Cooper esagera, ma vedere gente con la mascherina che non copre il naso, runner che non rispettano le distanze fiatando per lo sforzo, gruppi di colloquio in serena vicinanza, mi fa pensare che l'essere leggenda è ancora un obbligo e non una scelta, e il mondo devo per forza distanziarlo cercando una nuova casa sicura all'aperto di stradine poco conosciute, impervie e poco frequentate che il mio stallone a pedali bianco per fortuna mi permette di cercare.
    Con il passare dei giorni della fase 2 forse io sono troppo Sheldon e troppo nerd del regolamento ipocondriaco, ho conquistato l'aria fresca della libertà, mi accontento come tutti voi, per poter far parte del mondo è ancora però troppo presto e l'unica solitudine vinta è la felicità di vedere uno scoiattolo sereno che al passaggio di quelle 2 ruote non scappa impaurito come faceva prima dell'apocalisse, perchè sa che la natura può fare a meno di noi ma noi non di loro.

    07/05/2020

    Edited by marsellus wallaces - 7/5/2020, 14:23
     
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    Hidalgo

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    Sono andato per fare la revisione periodica dell'auto, una volta dentro e imboccando la strada per tornare a casa, sul display del cruscotto mi appare l'avviso: 100 km al Service!
    E mi è partito uno spontaneo quanto squillante "D'oh!"
     
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    iena lattante

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    di questi tempi 100 km al service vuol dire tra tre mesi :)
     
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    Hidalgo

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    Effettivamente non ricordo più l'ultima volta che ho fatto benzina :D
     
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