Inglourious Basterds - Recensioni & Commenti

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  1. futuregista
     
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    Bastardi senza gloria. Quentin Tarantino, 2009. Tanto per cominciare: Tarantino è tornato - con tutti gli elementi a lui cari: la vendetta, il feticismo, i personaggi unici, la divisione in capitoli, i dialoghi perfetti e ficcanti, la colonna sonora che risulta una fusione esemplare tra Ennio Morricone, il rock and roll, la canzone tedesca d'epoca e la colonna sonora rubacchiata a film come McKlusky, metà uomo e metà odio (un bellissimo pezzo blues che solo Tarantino poteva inserire - in maniera molto "pop" - all'interno di una pellicola ambientata durante la seconda guerra mondiale). E poi ancora la violenza a gò-gò (ma mai invasiva o disturbante, eppure d'effetto) e la tensione che cresce prima di ogni uccisione, e il mexican standoff, e l'ironia, e le battute memorabili, che rimangono impresse anche alla fine della pellicola.
    Ma andiamo con ordine.
    Si entra al cinema con l'aria titubante di chi dice: "E se è una trovata commerciale? Per essere piaciuto a così tante persone...".
    E il timore di trovata commerciale si perde non appena vedi, sullo schermo, quell'"un film di Quentin Tarantino" scritto con la stessa serigrafia dei titoli di testa di Kill Bill: volume 1.
    E quindi arrivano questi dialoghi perfetti, senza sbavature, che scorrono davanti agli occhi e non pesano nemmeno un po' (io stesso, da fan accanito di Quentin, posso garantirvi che in A prova di morte c'erano momenti in cui speravo il dialogo finisse, perchè era fine a sé stesso, non portava da alcuna parte. Qui tutti i dialoghi sono Sempre funzionali alla pellicola ed allo sviluppo della trama).
    E il colpo di scena, sempre dietro l'angolo, e la perfezione delle inquadrature, mai barocche, sempre asciutte ed essenziali ma che stupiscono per il modo in cui riescono a farti vedere - e percepire - una determinata sequenza.
    Quindi la colonna sonora, con pezzi che spaziano (come ho già fatto presente) dalla colonna sonora dello spaghetti western a quella del film tedesco d'epoca al blues di Charles Bernstein (di cui viene riutilizzato un pezzo che era già stato reso celebre nella sequenza degli 88 folli in Kill Bill: volume 1, ma che acquista nuova linfa) al pop rock 80's di David Bowie (stupenda la sequenza con Cat People (Putting out Fire) :wub: :wub:) e che arricchiscono ancora di più tutte le sequenze.
    Fantastici i flashback che si snodano durante la pellicola, o gli approfondimenti (come quello su Hugo Stiglitz :lol:) che fanno del film un affresco pop sulla seconda guerra mondiale.
    L'interpretazione di Brad Pitt è veramente sopra le righe, unica, sborona e caciarona, proprio come Tarantino aveva concepito questo tenente catapultato dal contrabbando di whisky al campo di battaglia. Ma chi veramente colpisce è lui: Christoph Waltz, un vero talento nascosto che spero torni a lavorare al più presto, perchè riesce a creare un generale nazista non solo cattivissimo e subdolo, ma anche un ruolo di un certo spessore che riesce addirittura a scavalcare Pitt e risultare a tutti gli effetti il protagonista della pellicola.
    Pellicola che, dall'inizio alla fine, non solo è la visione di Tarantino della seconda guerra mondiale, ma è una visione assolutamente innovativa e "pop" di uno degli eventi invece più seri - e tristi - del secolo scorso.
    Una visione che decide di mettere da parte i sentimentalismi facili, la retorica, la pietà di certe pellicole Hollywoodiane, e di spiattellare davanti allo spettatore invece una improbabile ma assolutamente godibile versione dei fatti che divertirà, appassionerà ed avvincerà dal primo all'ultimo secondo.
    Come dice, "da qualche parte", nella pellicola Aldo Raine - ma a parlare, secondo me, è Quentin stesso - "Questo potrebbe essere il mio capolavoro".
    Non è vero. Non è il suo capolavoro.
    Ma solo perchè Quentin ha fatto il maledettissimo errore - e chiamiamolo errore - di aprire la sua carriera con quei due gioielli che rispondono al nome di Le iene e Pulp Fiction. Perchè altrimenti, questo sarebbe il suo vero capolavoro, il film più completo, un incredibile affresco pop di oltre 2 ore e mezzo (che non si avvertono neanche un po', proprio come per Pulp Fiction) che reinterpreta uno dei grandi miti della storia rendendolo uno dei grandi miti che solo il cinema può creare.

    Voto: 8.5
     
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86 replies since 30/9/2009, 16:46   4140 views
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