Inglourious Basterds - Recensioni & Commenti

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  1. amosgitai
     
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    Trama
    Durante il primo anno dell’occupazione nazista in Francia, il colonnello delle SS Hans Landa, voluto da Hitler a suo fianco nella caccia agli ebrei, giunge nella casa di campagna della famiglia LaPadite. Dopo un lungo ed estenuante interrogatorio riesce a far confessare al capofamiglia di nascondere in casa una famiglia ebrea. Senza battere ciglio, Landa chiama i suoi soldati e stermina l’intera famiglia ebrea. La giovane Shosanna riesce però a fuggire rifugiandosi a Parigi dove, sotto falsa identità, diventa proprietaria di un cinema. Nel frattempo il tenente Aldo Raine si mette a capo di una squadra di soldati ebrei, conosciuta dai nazisti come i Bastardi, con lo scopo di uccidere il maggior numero di nazisti. Ben presto la strada dei Bastardi si incrocerà con quella di Shosanna, uniti dal medesimo proposito: far fuori il maggior numero di nazisti.

    Recensione
    Quentin Tarantino è noto per il suo amore viscerale per il cinema e per la sua straordinaria cultura cinematografica, in particolare per il cinema b-movie, grazie soprattutto al suo lavoro giovanile come commesso nel “Manhattan Beach Video Archives”, una videoteca di Los Angeles. Le sue pellicole non possono sottrarsi alla sua passione e conoscenza cinematografica e così, film dopo film, assistiamo a citazioni e riferimenti che appaiono tuttavia sempre come omaggi e mai come plagi. E’ il cinema italiano quello preferito da Tarantino, e “Bastardi senza gloria” ne è l’ennesimo esempio. Già il titolo si rifà ad un classico come “Quel maledetto treno blindato” di Enzo G. Castellari che il regista ha voluto nel film in un cameo. Il suo, però, non vuole essere un remake e questa sua intenzione viene rimarcata dal titolo originale “Inglorious Basterds”, un errore voluto per slegarsi dal film di Castellari che in America è conosciuto con il titolo “Inglorious Bastards”.
    Un melting pot di generi che si attraversano e si sovrappongono per generare un prodotto caratterizzato dalla tipica originalità tarantiniana. Suddiviso in cinque capitoli che come pezzi di un puzzle pian piano si compongono fino all’esaltante finale, “Bastardi senza gloria” si apre come un classico spaghetti western: la canzone “The Green Leaves of Summer” tratta da “La battaglia di Alamo” di e con John Wayne, le inquadrature a campo lunghissimo del verde paesaggio della tranquilla campagna francese ed i primi piani dei volti sudati per lo sgomento, il contadino che vede in lontananza l’arrivo dei nazisti mentre è intento a spaccare la legna sono chiari elementi tratti da pellicole del genere reso famoso da Sergio Leone. Memorabile è poi il dialogo, carico di tensione, tra il colonnello Landa ed il contadino LaPadite che raggiunge l’assurdo nel paragone di Landa tra ebrei e ratti.
    La musica è, come sempre, parte fondamentale della cinematografia di Tarantino e la colonna sonora di “Bastardi senza gloria” presenta cicche rarissime che offrono un compendio di cinema che va dalle commedie del periodo nazista agli spaghetti western, passando per film di rara reperibilità. Tutte tracce già utilizzate in film del passato: Tarantino regala non solo perle morriconiane come “Algeri: 1 novembre 1954” (“La Battaglia di Algeri”), “Dopo la Condanna” e “La resa (“La resa dei conti), “Il mercenario” (“Il mercenario”), “Un amico” (“Revolver”), “Rabbia e tarantella” (“Allonsanfan”), L’incontro con la figlia (Il Ritorno di Ringo), ma anche, tra le tante, la già citata “Un dollaro bucato”, “Cat people” di David Bowie e Giorgio Moroder tratta da “Il bacio della pantera”, “Zulus” da “Zulu dawn”, “Tiger tank” da “I guerrieri” con Clint Eastwood e “Bath attack” dal poco conosciuto ma interessante film horror “The Entity”. Una colonna sonora che gioca un ruolo determinante nella storia usata per enfatizzare le scene o per demistificarle.
    Grande attenzione è riservata ai suoi personaggi: il sergente “orso ebreo” Donny Donowitz, interpretato dal Eli Roth (regista della saga di “Hostel”) è probabilmente il più riuscito, comico ma feroce con le sue vittime; il colonnello Landa, divertente ed inquietante al tempo stesso, ha regalato a Christoph Waltz la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2009; il capo dei Bastardi, Aldo Raine, interpretato da un baffuto e compiaciuto Brad Pitt, il surreale Hitler, interpretato da Martin Wuttke; il sergente Shoshanna/Emmanuelle (Melanie Laurent) capace di trasformarsi da docile vittima a spietata carnefice nell’altra memorabile scena impressa sullo schermo cinematografico. Tanti, davvero tanti personaggi originali e divertenti, perfette pedine nella scacchiera creata da Quentin Tarantino.
    “Bastardi senza gloria” riprende il classico concetto tarantiniano della vendetta. Come nelle sue altre pellicole, la vendetta è il motore che conduce i personaggi alla nascita di ogni singolo episodio che giungono sempre a risultati inaspettati.
    A differenza di “Operazione Valchiria”, nel quale il cinema si limita a riportare i fatti come sono avvenuti, “Bastardi senza gloria” è un esempio della potenza creatrice e distruttrice del cinema, capace di stravolgere i fatti. Non è il cinema al servizio della storia, bensì l’esatto contrario. Se Tarantino ci aveva abituato a dialoghi brillanti contenenti approfondimenti di concetti a prima vista banali, questa volta va oltre giocando e servendosi delle lingue. Inglese, francese, tedesco, italiano e persino il siciliano condizionando parti importanti della storia. Al proposito, se ne consiglia la visione in lingua originale, che consegni ad ogni personaggio la propria nazionalità ed il proprio idioma.
    “Bastardi senza gloria” è dunque una nuova grande opera di Tarantino. Incapace per sua natura ad essere sintetico, il folle regista ha però la capacità di rendere leggere e piacevoli circa due ore e mezzo cinema che scorrono con ritmo e vivacità.

    Voto: 91%

    Recensione tratta da CINEMAeVIAGGI
     
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86 replies since 30/9/2009, 16:46   4140 views
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